Una vita di sacrificio — parte 2

Maggio 11, 2018

Dalla serie Roadmap

[A Life of Sacrifice—Part 2]

Una vita piena di sacrificio può condurre una guerra contro i nostri desideri naturali e la nostra proclività a una vita di conforto, gratificazione e sicurezza. A volte può essere doloroso morire ogni giorno, come disse così bene Paolo, quando si brucia la propria vita sull’altare dei sacrifici. A volte si può arrivare al punto di dire a se stessi: “Cosa diavolo sto facendo? Questo mi fa male!”

È veramente importante chiederci perché siamo disposti a fare il tipo di sacrificio che ci chiede il Signore.

Affrontare questa domanda serve anche a ricordarci alcuni dei grandi uomini e delle grandi donne di Dio, i nostri antenati nella fede, e ciò che hanno sofferto e dato nel corso della loro vita.

Re Davide disse: “Non offrirò all’Eterno, il mio Dio, olocausti che non mi costino nulla”.[1] Si potrebbe interpretarlo come se si aspettasse che ciò che dava al Signore gli sarebbe costato.

Da dove viene quella forza di fare sacrifici? L’apostolo Paolo lo riassunse in poche parole quando disse: “L’amore di Cristo ci costringe”.[2] L’amore di Cristo mi costringe.

Il nostro amore per Gesù e il suo amore per noi sono quello che può motivarci a vivere per Lui. Nient’altro è abbastanza forte o convincente da giustificare i sacrifici. Solo un profondo e durevole amore per Gesù ci ispirerà a voler essere come Lui e a seguire i suoi passi nel condurre una vita d’amore e di servizio per gli altri, che in fondo significa una vita di sacrificio.

Se cerchiamo di condurre una vita di sacrificio per qualsiasi altro motivo, o se il nostro motivo non ha niente a che fare con il semplice ma solido amore per Gesù, allora probabilmente non durerà.

A volte, quando il Signore ci chiede di fare un sacrificio che metterà effettivamente alla prova i nostri valori, le nostre convinzioni e la nostra fede, quello che ci rende abbastanza forti da sopportare una simile prova è il nostro amore per il Signore. Quando cerchiamo di compiere la volontà del Signore e di modellare la nostra vita sul suo esempio e sulla Parola, la nostra motivazione per dedicare la vita al servizio suo e degli altri aumenterà e ne sarà rafforzata.

È anche importante non perdere di vista il fatto che lo amiamo perché Lui prima ha amato noi. Viviamo la nostra vita per Gesù perché lo amiamo, ma viviamo per Lui anche in segno di gratitudine per ciò che ci ha donato: la sua vita. La Bibbia dice che i nostri sacrifici sono il nostro “ragionevole servizio”. In realtà stiamo cercando di restituire il debito che abbiamo nei confronti del Signore. Naturalmente non riusciremo mai a farlo, ma siamo grati e ci proviamo.

Questa frase di David Livingstone lo riassume molto bene:

La gente parla del sacrificio che ho fatto nel passare tanta parte della mia vita in Africa. Può forse chiamarsi sacrificio ciò che è semplicemente il riconoscimento del grande debito che abbiamo nei confronti del nostro Dio e che non saremo mai in grado di ripagare? È forse un sacrificio ciò che porta con sé la ricompensa di un’attività sana, la consapevolezza di fare il bene, la serenità e la speranza radiosa di un destino glorioso? Non è assolutamente un sacrificio. Al contrario, è un privilegio. Ansia, malattia, sofferenza, pericolo, la rinuncia ai normali conforti della vita – sono cose che ci fanno esitare, che fanno vacillare lo spirito e scoraggiare l’anima; ma succede solo per un momento. Tutte queste cose sono niente, se paragonate alla gloria che sarà rivelata in noi e per mezzo di noi. Non ho mai fatto un sacrificio. Non dovremmo parlare di questo quando ricordiamo il grande sacrificio che fece Colui che lasciò il trono del Padre in cielo per donarsi a noi. —David Livingstone

Un altro buon promemoria del motivo per cui viviamo questa vita di servizio è, come disse l’apostolo Pietro­: “Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna”.[3] Il fatto di non avere alternative potrebbe non essere il motivo più confortante per fare sacrifici per il Signore e per gli altri, ma per il Cristiano dedito e attivo che capisce la Parola di Dio e ciò che essa ci chiede di fare è impossibile negare la spinta interiore a servire e a continuare ad andare avanti, a negare noi stessi e a vivere una vita di servizio, per quanto a volte possa essere difficile e scomoda.

Abbiamo uno scopo nella vita che vogliamo raggiungere con molta passione; anche se non sempre il sacrificio sembra una cosa buona e a volte potremmo anche desiderare di schivarlo, in realtà non possiamo farlo, perché amiamo il Signore. Qual è l’alternativa? Da chi andremo?

Ciò non significa che ci rassegniamo a una vita di sacrifici continui. Potremmo passare per dei cicli, in cui a volte il Signore ci chiede di più e a volte di meno. Lui capisce che questa vita non è facile e che, se non ci fossero tregue, probabilmente ci consumerebbe. Nessuno può continuare a versare e a donare se stesso, giorno dopo giorno, anno dopo anno, senza qualche periodo di riposo e di sollievo. Ma complessivamente abbiamo preso la decisione consapevole di “sopportare le sofferenze”.[4]

Non esistono strade facili e modi semplici, casuali e privi di rischi per ottenere risultati straordinari. Tutto ciò che nella vita vale qualcosa ci costerà qualcosa – anzi, molto! Per questo è così importante credere veramente in ciò che cerchiamo di realizzare in questa vita, perché senza la visione celeste niente di tutto ciò avrebbe un senso. Per chi non è cristiano o non ha gli occhi puntati sulla vita a venire, questa vita terrena è tutta la sua esistenza. Si sacrifica per ciò che è momentaneo e miete ciò che è momentaneo.

Sappiamo che tutti devono fare sacrifici nella vita. Adulti o bambini, maschi o femmine, giovani o vecchi, religiosi o non religiosi, ricchi o poveri, il concetto del sacrificio – del dare qualcosa per ottenere qualcosa – è lo stesso in tutto il mondo. La gente fa sacrifici d’ogni tipo per ciò in cui crede.

Come Cristiani che comprendono il proposito e il significato più ampio della vita, ci rendiamo conto che la nostra esistenza si espande oltre la vita terrena. Quindi, ci sacrifichiamo saggiamente qui, adesso, per amore e gratitudine nei confronti di Colui che ha dato la vita per noi, così da poter vivere alla sua presenza per l’eternità e mietere ricompense eterne allora.

La Bibbia ci dice che “chiunque ha lasciato casa, fratelli, sorelle, padre, madre, moglie, figli o campi [o qualsiasi altra cosa cui avete dovuto o dovrete rinunciare per il Signore] per amore del mio nome, ne riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna”.[5] Gesù ha anche detto in profezia: “I vostri sacrifici sono in un certo senso una caparra, il costo che avete dovuto impegnare per assicurarvi le mie benedizioni e le mie ricompense eterne. Un giorno, una volta terminato il viaggio della vita, riceverete la benedizione completa che ogni vostro sacrificio vi ha guadagnato”.

Quindi c’è una ricompensa. Ci sono dei dividendi per i nostri sacrifici, il che significa che la definizione di sacrificio, applicata ai Cristiani, non è “una perdita”, ma “rinunciare a qualcosa di prezioso o importante, a favore di qualcuno o qualcosa che si considera più prezioso o importante”. Questa sembra essere un’immagine più accurata della vita di fede.

È questa consapevolezza che permise a David Livingstone di dire: “Non ho mai fatto un sacrificio”. Perché non solo stiamo cercando di restituire al Signore tutto quello che ci ha dato con la vita eterna, ma, oltretutto, Lui ci ripagherà il centuplo per i nostri sacrifici.

Ecco un bell’appunto, dato dal Signore in profezia, per ricordarci l’importanza di mantenere la visione celeste, di ciò che ogni cosa in questa vita sta preparando e che rende ogni nostro sacrificio, piccolo e grande, degno di essere fatto.

Gesù ha detto:

Un atleta che si allena nella speranza di arrivare alle Olimpiadi deve mantenere sempre davanti a sé la visione, l’obiettivo. Ha la “visione olimpionica” che lo sostiene in mezzo a ogni esercizio o allenamento estenuante. È quello che compensa la mancanza di tempo libero, la fatica, i dolori muscolari, perché quell’obiettivo, quella visione, diventa più importante di qualsiasi dolore momentaneo del presente. Per sopportare quegli anni di addestramento, l’obiettivo deve avere un valore – deve valere la pena di qualsiasi sforzo. Una volta che ha deciso che lo è, deve sforzarsi di restare focalizzato sull’obiettivo e mantenere sempre quella visione.

Devi decidere se Io valgo la pena dell’allenamento, dello sforzo; se vale la pena di lottare per raggiungere i miei obiettivi, se vale la pena di dare la vita per i miei scopi; se la mia Parola e le mie promesse per il futuro valgono la pena di metter da parte tutto il resto per ottenere quel premio. Poi, una volta che l’avrai deciso, dovrai lottare per mantenere sempre quella concentrazione, quella visione.

Molti di voi hanno già preso quella decisione, ma adesso arriva il momento di essere tenaci e determinati, di lottare per non perdere la concentrazione, per mantenere la visione celeste. Vuol dire che, come l’atleta olimpionico, anche tu devi allenarti, lavorare e vivere con l’incentivo della mia visione. Sarà ciò che ti darà la voglia di alzarti al mattino, pronto ad affrontare un giorno nuovo. Io sarò il motivo per cui vorrai uscire a raggiungere e vincere altre anime. Sarò al centro della tua motivazione.

Quali sono le cose pratiche che puoi fare per mantenere la visione celeste?

Mettimi al primo posto, ogni giorno. Lotta per un buon nutrimento spirituale con la mia Parola: è uno dei modi più efficaci per rinnovarti con la visione che ti do e ricordarti la visione celeste.

Sforzati di vivere ogni giorno secondo i precetti della mia Parola, cercando di adempiere la mia volontà e il proposito che ho per te.

Cammina in uno spirito di lode e gratitudine, perché Io abito nelle lodi del mio popolo.[6]Gesù, in profezia

La vita di un Cristiano attivo non sarà sempre confortevole, ma è solida e stabile nello spirito, più stabile di qualsiasi altra cosa, perché ha come suo fondamento il Signore e Lui è l’unico abbastanza forte, stabile e affidabile da prometterti: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dell’età presente” [7] e “Non ti lascerò né ti abbandonerò”.[8]

Nessun altro può prometterti questo. Non ci sono garanzie simili in tutto l’universo. Questa è la garanzia data ai Cristiani. È il “fattore Dio” in cui puoi credere e avere fiducia e su cui puoi puntare tutta la tua vita.

Roadmap era una serie di video creati da LFI per giovani adulti. Pubblicato originariamente in inglese nel 2010. Adattato e ripubblicato in inglese nel settembre 2017.


[1] 2 Samuele 24,24.

[2] 2 Corinzi 5,14.

[3] Giovanni 6,68.

[4] 2 Timoteo 2,3.

[5] Matteo 19,29.

[6] Salmi 22,3.

[7] Matteo 28,20.

[8] Ebrei 13,5.

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