In società con Dio — parte tre

Gennaio 5, 2018

Dalla serie Roadmap

[In Partnership with God—Part ]

La scelta di vivere seguendo un sistema di valori cristiano, di cercare ricompense eterne più che guadagni o soddisfazioni immediate, richiede impegno e sacrificio. Bisogna rinunciare a qualcosa. Allineare i nostri principi alle priorità celesti è una cosa che non ci viene spontanea né succede automaticamente solo perché siamo cristiani. Dobbiamo sviluppare una passione personale per farlo, anche se non è detto che sentiamo sempre quella passione.

Cosa sei disposto ad accantonare o rimandare o forse perfino rinunciarvi completamente? Ecco la storia di una coppia cinese, la cui devozione al Signore si è manifestata semplicemente per amore e per un profondo senso dei valori.

Eric Fellman racconta di aver incontrato una coppia cinese a Hong Kong, una volta che era diretto in Cina: Un amico mi ha accompagnato lungo un vicolo stretto e poi a un appartamento del secondo piano per incontrare un uomo rilasciato recentemente di prigione in Cina.

Ci ha aperto la porta un cinese oltre i sessant’anni. Aveva un sorriso raggiante, ma la sua schiena era quasi piegata a metà. Ci ha fatto entrare in una stanza scarsamente ammobiliata. Una cinese di circa la stessa età è venuta a servirci il tè. Mentre aspettavamo, non ho fatto a meno di notare come si toccavano e si guardavano affettuosamente. Evidentemente i miei sguardi non passarono inosservati, perché fecero qualche risolino.

“Cosa succede?” ho chiesto al mio amico. “Oh, niente”, ha risposto con un sorriso. “Volevano solo farti sapere che va bene, sono sposi novelli”.

Sono venuto a sapere che si erano fidanzati nel 1949, quando lui studiava nel seminario di Nanchino. Il giorno delle prove del loro matrimonio i comunisti avevano invaso il seminario e rinchiuso tutti gli studenti in una prigione, condannandoli ai lavori forzati. Nei trent’anni successivi, ai promessi sposi fu concessa solo una visita l’anno. Ogni volta, dopo quei pochi minuti passati insieme, l’uomo veniva chiamato nell’ufficio del direttore. “Puoi andare a casa dalla tua fidanzata”, gli diceva, “se solo rinuncerai al Cristianesimo”. Anno dopo anno, la sua risposta è stata no.

Sono rimasto stupefatto. Come aveva potuto sopportare per così tanto tempo la tensione di vedersi negare la famiglia, il matrimonio e perfino la salute? Quando gliel’ho chiesto, è sembrato stupito dalla mia domanda. Ha risposto: “Con tutto quello che Gesù ha fatto per me, come avrei potuto tradirlo?” —Eric Fellman[1]

La maggior pare di noi non è stata chiamata a sopportare i lavori forzati in prigione o a rinunciare per trent’anni alla persona che amiamo. Quelle che affrontiamo ogni giorno sono probabilmente scelte molto più mondane, spesso niente di drammatico, e di conseguenza potremmo non renderci conto di come le scelte che facciamo ogni giorno possono essere cruciali per il nostro futuro, sia qui sulla terra che poi in cielo.

Ognuno di noi deve considerare seriamente di tanto in tanto lo stato di salute del suo rapporto con il Signore e quanto è disposto a investire per proteggerlo e nutrirlo. Possiamo impegnarci in molte attività che sono semplicemente distrazioni perditempo, cose che possono richiedere minuti o ore che potrebbero essere meglio spesi per rafforzare il nostro cammino con il Signore. Alcune distrazioni non sono soltanto improduttive, possono anche essere dannose per la nostra crescita spirituale.

L’obiettivo finale non è riservare del tempo o ritagliarci del tempo per attività spirituali. Quello è semplicemente un mezzo per raggiungere un fine. Dobbiamo dedicare qualche momento a costruire un rapporto profondo e di qualità con il Signore. Se non ci stiamo veramente collegando a Gesù, potremmo impegnare del tempo senza realizzare il nostro obiettivo.

Ecco alcune parole di uno dei grandi missionari del passato, che manifestano chiaramente il suo amore per il Signore e le sue priorità quando si trattava di fare un collegamento con Gesù. È un brano tratto dal diario di C. T. Studd. Ecco cosa scrisse:

Il Signore è molto buono e mi dà sempre una grande dose di champagne spirituale ogni mattina, che mi sostiene per il giorno e per la notte. Ultimamente ho passato dei momenti stupendi. In genere mi sveglio verso le 3:30 e mi sento molto sveglio, così mi metto a leggere, poi mi riaddormento per un’altra oretta prima di alzarmi. Trovo che quello che leggo mi rimane stampato nella mente in maniera indelebile per tutta la giornata; ed è un momento pieno di silenzio, senza il fruscio di un passo, senza un solo suono, tranne la voce di Dio.

Se perdo questo momento, mi sento come Sansone senza tutti i suoi capelli e tutta la sua forza. Capisco sempre di più quante sono le cose che devo imparare dal Signore. Voglio essere un operaio approvato, non soltanto promosso con i voti più bassi, per così dire.

Oh, come vorrei aver dedicato la mia vita precedente, tutta la mia vita, a Dio e alla sua Parola. Quante cose ho perso in questi anni di autocompiacimenti e di ricerca degli onori e dei piaceri del mondo.

Che vita vive in noi lo Spirito, quando ci possiede! Anche quello è semplicissimo. Basta ricordare che “sono stato crocifisso con Cristo”. Sono morto. “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”. La mia parte è solo lasciarlo vivere in me. —C. T. Studd

C. T. Studd era così innamorato di Gesù e così consapevole di aver bisogno dello Spirito di Dio, che sapeva di aver bisogno di quei momenti ogni giorno e faceva quel sacrificio per amore.

Ciò non vuol dire che l’obiettivo sia alzarsi alle 3:30 del mattino per passare tempo con il Signore. Ogni persona è diversa e quello che funziona per qualcuno nel suo rapporto con il Signore potrebbe non essere altrettanto efficace per un altro. Ci sono degli elementi base che aiutano a costruire la nostra vita spirituale: leggere la Parola, pregare, ascoltare il Signore, meditare, lodare, ascoltare musica ispirante o stare semplicemente in silenzio alla sua presenza e riposare in Lui. Ma in che modo passare tempo di qualità con il Signore è una decisione personale.

Di qualsiasi cosa tu abbia bisogno spiritualmente, è per quello che devi lottare, perché ti aiuterà a progredire, crescere ed essere in grado di fare ciò che il Signore ti chiede. È tua responsabilità assicurarti di farlo.

Si tratta solo di avere convinzione personale e disciplina nel tuo rapporto con Gesù. È molto facile che si frappongano degli ostacoli fra te e quei momenti di qualità. Solo tu puoi decidere se stai ottenendo il nutrimento giusto, se ti stai togliendo la fame e stai creando il vuoto spirituale che il Signore può riempire. —Maria Fontaine

Con così tante altre cose che esigono la nostra attenzione, mantenerci concentrati sulla nostra vita spirituale non è impresa da poco. Viviamo in un mondo materiale in cui gran parte di ciò che ci circonda è contrario a una vita spirituale. Siamo circondati da cose che possiamo vedere, sentire, annusare, toccare e assaporare; e in questo ambiente è fin troppo facile dimenticare che siamo esseri spirituali. La nostra anima richiede un contatto con la potenza che ci ha creato. Non basta semplicemente riconoscere che siamo entità spirituali. Dobbiamo fermarci fisicamente, concentrare i nostri pensieri e accantonare l’elenco interminabile di cose da fare e il disordine che ci riempie il cervello; poi dobbiamo assorbire profondamente l’essenza dello Spirito che ci rende quello che siamo. Fare questo dona al nostro spirito forza e flessibilità, rende chiari i nostri propositi e rafforza la nostra risoluzione.

Il Signore ha messo a nostra disposizione tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Ed è un bene che l’abbia fatto, perché senza quel legame divino che collega il nostro spirito alla fonte della nostra spiritualità, le nostre opere terrene sarebbero inutili e finirebbero per fallire. Gesù disse: “Chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla”.[2]

Ecco una storia che illustra i benefici pratici del tempo speso con il Signore:

Una donna dal temperamento nervoso andò a farsi visitare dal famoso dott. Howard A. Kelly. Le preoccupazioni della vita minacciavano la sua forza fisica e perfino la sua ragione. Dopo aver spiegato i suoi sintomi, fu sorpresa dalla ricetta che il medico le prescrisse: “Signora, quello di cui ha bisogno è leggere di più la Bibbia”.

“Ma dottore...” cominciò a dire la donna, stupefatta.

“Vada a casa e legga la Bibbia per un’ora al giorno”, ripeté quel grande uomo, con gentile autorità, “poi ritorni qui fra un mese”.

All’inizio la donna si arrabbiò, ma la coscienza la spinse a riflettere sul fatto di aver trascurato la sua lettura quotidiana della Parola di Dio e il “posto segreto dell’Altissimo”, dove prima era regolarmente in comunione con il Signore. Quando ritornò a Dio e alla sua Parola, in lei ritornò anche la gioia della sua salvezza.

Quando un mese dopo si ripresentò al dottore, lui le disse: “Bene, vedo che è stata una paziente ubbidiente. Pensa di aver bisogno di qualche altra medicina, adesso?”

“No, dottore. Mi sento una persona diversa. Ma come faceva a sapere di cosa avevo bisogno?”

Prendendo la sua Bibbia consunta e piena di annotazioni, il medico disse: “Se trascurassi la mia lettura giornaliera della Parola di Dio, non solo perderei il mio lavoro, ma perderei anche la mia fonte più grande di forza e capacità. Il suo caso non richiedeva una medicina, ma una fonte di pace e di forza estranea alla sua mente. La mia prescrizione, se seguita, opera meraviglie!” —Anonimo

Se sei già arrivato al limite, se sei più occupato di quanto si possa immaginare, subissato da emergenze e crisi o semplicemente stanco e stressato, allora la sfida di migliorare il tuo rapporto con il Signore potrebbe sembrare enorme. Potrebbe sembrare difficile o semplicemente troppo.

Be’, sarai felice di sapere che Dio non ha fretta. Come abbiamo detto prima, il tuo cammino con il Signore è un procedimento che dura una vita. Non puoi aspettarti di diventare un campione di spiritualità da un giorno all’altro. Devi lasciar fare al tempo e avere pazienza. Ci vuole tempo; è un percorso che progredisce passo dopo passo.

Anche se potrebbe trasformarci istantaneamente, Dio ha scelto di farci sviluppare lentamente. Gesù è metodico e deliberato nello sviluppo dei suoi discepoli. Preferisce operare nella nostra vita in fasi incrementali.

Sii paziente con Dio e con te stesso. Una delle frustrazioni della vita è che raramente il programma di Dio è lo stesso del nostro. Potresti sentirti frustrato per il progresso apparentemente lento che stai facendo nella vita. Ricorda, Dio non ha mai fretta, ma arriva sempre in tempo. Userà tutta la tua vita per preparati al ruolo che avrai nell’eternità. —Rick Warren[3]

Il modo in cui passi la vita — che poi significa come spendi il tuo tempo — definisce chi sei e crea l’eredità che lascerai. Le cose che per te sono importanti definiscono il tuo carattere; e quelle a cui dedichi tempo, attenzione e denaro dimostrano quali sono le tue vere priorità. Alla fine della tua esistenza sarà chiaro che cosa avevi investito nella vita e in che modo avevi vissuto la tua società con Dio.

Rick Warren racconta una bella storia in cui ricorda suo padre, che era un ministro della chiesa e un missionario. Potessimo tutti condurre la nostra vita con una passione come la sua per il Signore, le anime smarrite e la missione:

Mio padre è stato un ministro della chiesa per oltre cinquant’anni, per lo più in piccole chiese rurali. Era un predicatore semplice, ma aveva una missione. La sua attività preferita era portare squadre di volontari all’estero per costruire chiese per piccole congregazioni. Nel corso della sua vita mio padre costruì oltre centocinquanta chiese in giro per il mondo.

Morì di cancro nel 1999. Durante la sua ultima settimana di vita la malattia lo mantenne in uno stato di semi-incoscienza per quasi ventiquattro ore al giorno. Mentre sognava, parlava ad alta voce dei suoi sogni.

Una notte, ormai vicino alla fine, mentre stavo di fianco al suo letto con mia moglie e mia nipote, papà improvvisamente cominciò ad agitarsi e cercò di alzarsi dal letto. Naturalmente era troppo debole per farlo e mia moglie insistette che tornasse a sdraiarsi. Ma lui continuò a cercare di scendere dal letto, così alla fine mia moglie disse: “Jimmy cosa stai cercando di fare?” Lui replicò: “Devo salvarne un altro per Gesù! Devo salvarne un altro per Gesù! Devo salvarne un altro per Gesù!” E continuò a ripetere diverse volte quella frase.

Durante l’ora successiva ripeté la frase probabilmente un centinaio di volte. “Devo salvarne un altro per Gesù!” Mentre ero seduto accanto al suo letto con le guance rigate dalle lacrime, chinai il capo e ringraziai Dio per la fede di mio padre. In quel momento papà posò la sua mano fragile sul mio capo e disse, come se mi stesse dando un incarico: “Salvane un altro per Gesù! Salvane un altro per Gesù!”

Voglio che sia il mio tema per il resto della mia vita. V’invito a considerarlo un punto focale anche per la vostra vita, perché nient’altro può fare una differenza più grande per l’eternità. —Rick Warren[4]

Abbiamo il privilegio grandissimo di conoscere il Signore. Conosciamo la verità, abbiamo la pace nei nostri cuori, abbiamo il tesoro della Parola di Dio, il privilegio e la vocazione di parlare della sua salvezza e del suo amore agli altri. Sappiamo anche che quando avremo realizzato il piano che Dio ha per noi sulla terra, passeremo l’eternità con Gesù e i nostri cari in cielo. E tutto questo come risultato dell’aver passato una vita in società con Dio! Non può andarci meglio di così! Lode al Signore!

Roadmap era una serie di video creati da LFI per giovani adulti. Pubblicato originariamente in inglese nel 2010. Adattato e ripubblicato il 22 giugno 2017.


[1] Moody Monthly.

[2] Giovanni 15,5.

[3] Rick Warren, The Purpose Driven Life (Grand Rapids, Michigan: Zondervan, 2002).

[4] Ibid.

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