Non arrendetevi, mai e poi mai!

Novembre 15, 2017

Peter Amsterdam

[Never Ever Quit]

A volte la vita è difficile.

Quando avete lavorato al meglio delle vostre possibilità, ma non siete riusciti a raggiungere la meta, quando i vostri sogni rimangono inaccessibili e sentite di non farcela più, può venirvi voglia di arrendervi.

Tutti ci siamo sentiti così, una volta o l’altra. Forse ti sei trovato in questa situazione di recente. Anzi, forse ti sentì così adesso.

Quando vieni battuto e martellato più e più volte, come fai ad arrivare in fondo?

Io lo so. E anche tu lo sai.

Continui ad andare avanti!

Qualsiasi cosa succeda, continui ad andare avanti! Come disse Winston Churchill: “Sei stai attraversando l’inferno, continua ad andare avanti!”

Ve bene, forse stiamo semplificando troppo una situazione complessa, ma in realtà per realizzare qualcosa d’importante bisogna continuare a lottare un giorno dopo l’altro, senza badare agli ostacoli. Quando ci si trova davanti alla delusione, o anche all’insuccesso, è il momento di provare di nuovo, darsi da fare di più, studiare di più e pregare disperatamente.

Tutti i grandi risultati richiedono molto lavoro e molto tempo; non arrivano facilmente. Quando il progresso è lento e i nostri piani e i nostri sogni non si realizzano rapidamente come avremmo sperato, è facile chiedersi se c’è qualcosa di sbagliato. È più facile, però, che quando sbattiamo contro un muro stiamo semplicemente seguendo i passi normalmente richiesti per il progresso e il successo. Non significa che dobbiamo dare di più o sacrificarci più della maggior parte della gente. No, è semplicemente la strada per raggiungere dei risultati.

Se c’imbarchiamo in un’avventura nuova e ci aspettiamo risultati rapidi, se non succede, o più probabilmente quando non succede, possiamo sentirci disillusi e perfino disincantati. Ancora peggio, possiamo avere la tentazione di arrenderci. Se riusciamo a renderci conto che il sentiero che Dio ha previsto per noi non è una strada facile, allora affronteremo le sfide con entusiasmo e non saremo colti impreparati, né rimarremo sconvolti quando il progresso verso i nostri obiettivi sarà più confuso, faticoso e lungo di quanto abbiamo anticipato.

Dio lavora in maniera diversa con ognuno di noi. Seguiamo tutti un sentiero personale che in diversi momenti del viaggio può portarci a panorami splendidi o a valli buie.

Tony Snow ha spiegato così le sfide della vita:

A Dio piacciono le sorprese. Noi vogliamo una vita semplice, facile e prevedibile — sentieri pianeggianti e livellati fin dove arriva l’occhio — ma a Dio piace uscire di strada. Ci mette in situazioni difficili che sembrano sfidare la nostra resistenza e la nostra comprensione, ma non lo fanno. Con il suo amore e la sua grazia, andiamo avanti. Le sfide che ci torcono lo stomaco finiscono invariabilmente per rafforzare la nostra fede e ci concedono saggezza e gioia in misure che non avremmo raggiunto in nessun altro modo.

Tony Snow, cinquantun anni e padre di tre figli, proferì quelle parole ispiranti nel mezzo della sua lotta contro il cancro.[1]

Ci sono molti approcci diversi per affrontare contrattempi e delusioni. Non penso che esista una formula perfetta per superare le difficoltà. Non c’è un elenco preciso di cose essenziali da fare se cerchiamo di raccogliere il coraggio e la forza per affrontare la paura, la tensione, il dolore, la frustrazione, o qualsiasi altra sfida accompagni i momenti difficili della vita. Alcune delle cose che possono aiutarci a superare i momenti peggiori sono pregare e chiedere ad altri di pregare con noi, o per noi; chiedere consiglio a un amico fidato o a un mentore; prendersi del tempo lontano dalla situazione per pensare, rifarsi una prospettiva e capire meglio le nostre opzioni; ascoltare il Signore; leggere la Parola e scritti ispiranti o confortanti; oppure parlare a cuore aperto con una persona cara.

Spesso trovo ispirazione nelle storie vere di persone che hanno realizzato grandi cose nonostante le difficoltà o i loro handicap. Gli sport offrono alcuni ottimi esempi di questo tipo, perché sono pubblici e offrono un modo pratico per misurare i risultati. Per esempio:

Durante una partita notturna di football [americano] tra i Chicago Bears e i New York Giants, uno degli annunciatori menzionò che il corridore dei Bears, Walter Paydon, aveva accumulato nella sua carriera oltre novemila yarde [quattordici chilometri] di “distanze” corse. L’altro annunciatore osservò: “Sì, e con qualcuno che lo sbatteva a terra ogni 4 yarde e mezzo” Walter Payton, il corridore con più successi mai esistito, sa che tutti — anche i migliori — vengono atterrati. Il segreto per il successo è rialzarsi e correre altrettanto rapidamente.[2]

Alcuni grandi atleti hanno superato difficoltà incredibili e ciò non fa che aggiungere valore alle loro sorprendenti storie di coraggio e perseveranza, come in quella di Wilma Rudolph.

Non ebbe una partenza facile nella vita. La poliomielite le lasciò la gamba sinistra storta e il piede così piegato all’indentro che dovette portare un apparecchio. Solo dopo sette anni di terapia dolorosa, fu in grado di camminare senza tutore. A dodici anni, Wilma fece il provino per una squadra femminile di pallacanestro, ma non ebbe successo. Decisa, nonostante tutto, si allenò ogni giorno con un’amica e due ragazzi. L’anno successivo riuscì a entrare nella squadra. All’università, quando un allenatore atletico la vide correre durante una gara, le propose di allenarla come velocista. A quattordici anni era più veloce delle migliori scattiste americane. Nel 1956 Wilma entrò nella squadra olimpica USA, ma ebbe poco successo. L’amara delusione la spinse a lavorare di più in preparazione per le Olimpiadi del 1960 a Roma, dove vinse tre medaglie d’oro, più di ogni altra donna prima di lei.[3]

Gli sport non sono il solo campo che richieda visione e persistenza. Ne potete trovare grandi esempi in ogni sfera d’interesse, compreso il mondo degli affari. Ecco una storia ben conosciuta:

Il genio dell’automobile Henry Ford una volta inventò un piano rivoluzionario per un nuovo tipo di motore, quello che oggi chiamiamo V-8. Ford era ansioso di mettere in produzione la sua nuova fantastica idea. Fece preparare i disegni da alcuni progettisti e li presentò agli ingegneri. Dopo che questi li ebbero esaminati, arrivarono tutti alla stessa conclusione. Il loro lungimirante capo non ne sapeva molto sui principi fondamentali dell’ingegneria. Bisognava dirglielo gentilmente: il suo sogno era impossibile.

Ford disse: “Costruitelo lo stesso”. Gli risposero: “Ma è impossibile”. “Cominciate”, ordinò Ford, “e non smettete finché non sarà pronto, non importa quanto tempo ci metterete”. Per sei mesi si arrabattarono con disegno su disegno, progetto su progetto. Niente. Altri sei mesi. Niente. Alla fine dell’anno Ford andò a vedere i suoi ingegneri che gli dissero di nuovo che quello che voleva era impossibile. Ford disse loro di continuare. Lo fecero. E scoprirono il modo di costruire un motore V-8.[4]

Penso che possiamo ridurre al minimo gran parte della frustrazione o della confusione che potremmo incontrare, se adottiamo l’atteggiamento che raggiungere i nostri obiettivi richiederà senz’altro tempo — non ci sono possibilità di evitarlo. Ed è certo che ci saranno intoppi, ma se nonostante tutto persevereremo, alla fine riusciremo.

Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate di fronte a prove di vario genere, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia in voi un’opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti.[5]

Ricordiamo anche che i contrattempi non indicano il dispiacere di Dio, né che in qualche modo state mancando il bersaglio della sua volontà; sono semplicemente il corso naturale della vita e fanno parte del percorso per qualsiasi realizzazione. Così è bene non farne una catastrofe, quando c’imbattiamo in problemi o ritardi, perché pensare negativamente alle nostre difficoltà smorza la nostra fede e l’azione positiva necessaria per superare il contrattempo. Invece di lamentarci per com’è difficile la nostra vita o per come le cose sembrano andare storto, è molto più efficace riempirci la mente della Parola di Dio che rinsalda la fede, di storie di successi che c’incoraggiano e di pensieri e parole positive che ci danno forza.

A volte mi pongo degli obiettivi, ma poi quello che faccio finisce per richiedere molto più tempo di quanto avessi calcolato o mi fossi aspettato. Spesso le cose non seguono il nostro programma, ma forse Dio ha un programma diverso, concorde con il suo piano generale. Se abbiamo fede e determinazione, non ci arrenderemo né cercheremo scuse quando qualcosa non va come avevamo sperato. Sarebbe una scappatoia e non servirà a raggiungere l’obiettivo finale di vivere il tipo di vita che speriamo. Come sembra abbia detto Helen Keller: “Una curva non è la fine della strada… a meno che non si manchi di svoltare”.

La vita non può essere sempre equilibrata. A volte vi accorgerete di andare a passo accelerato: c’è il lavoro, ci sono i bambini, lo studio, la cura della casa, le cure a una persona o un bambino ammalato, e così via. Quei momenti particolarmente difficili rappresentano quello che un mio amico chiama “gli anni che uccidono”. Succede quando siete più occupati di quanto vorreste, quando dormite poco o fate poco moto, non avete quasi tempo libero e siete completamente esausti. Per giunta non vedete i progressi o il successo che avete sperato.

Sì, quelli sono “gli anni che uccidono”. È dura. Tuttavia bisogna fare uno sforzo. Bisogna proprio andare avanti.

Il coraggio non è avere la forza di andare avanti; è andare avanti quando non si ha la forza per farlo. —Theodore Roosevelt

Che studiate, apriate una ditta, iniziate una carriera nuova, impariate un’altra attività, o qualsiasi altra cosa facciate, è quasi garantito che vi troverete davanti a delle sfide — molte sfide! E questo vale certamente per chi pionierizza o consolida un’opera missionaria. Spesso ci vuole molto tempo prima di vedere dei frutti e nel frattempo potreste imbattervi in difficoltà o opposizione. A volte sentiamo parlare oppure leggiamo di uomini o donne che realizzano grandi cose per il Signore e possiamo concludere che per loro sia stato facile trovare il successo e il favore della gente. Forse però non vediamo tutta la storia. Prendete questo esempio dal diario del grande evangelizzatore John Wesley, fondatore della Chiesa Metodista:

Domenica mat., 5 maggio: predicato nella chiesa di S. Anna. Invitato a non tornare più.
Domenica pom., 5 maggio: predicato nella chiesa di S. Giovanni. I diaconi hanno detto: “Esca e non ritorni più”.
Domenica mat., 12 maggio: predicato nella chiesa di S. Giuda Ap. Non posso tornare neanche lì.
Domenica mat., 19 maggio: predicato nella chiesa di San Qualcun Altro. Riunione speciale dei diaconi; hanno detto che non posso tornarci.
Domenica pom., 19 maggio: predicato per strada. Cacciato via.
Domenica mat., 26 maggio: predicato in un pascolo. Inseguito da un toro liberato durante la predica.
Domenica mat., 2 giugno: predicato ai limiti della città. Allontanato dalla strada.
Domenica pom., 2 giugno: predicato in un pascolo. Diecimila persone sono venute ad ascoltarmi.

Ci sono molte storie vere come questa che illustrano la magia che succede quando ci si rifiuta di arrendersi di fronte alle difficoltà. Ognuna di queste storie è una testimonianza della forza della perseveranza.

La lezione che ne possiamo trarre per la nostra vita è questa: quando non ci arrendiamo, tutto è possibile.

Non arrendetevi. Non mollate. Non smettete mai di provare. Non svendetevi. E se vi capita di cadere davanti a una di queste cose per un attimo, rialzatevi, scuotetevi la polvere di dosso, sussurrate una preghiera e ripartite da dove vi eravate fermati. Ma non arrendetevi mai, mai e poi mai.[6]

Non ci scoraggiamo di fare il bene; perché, se non ci stanchiamo, mieteremo a suo tempo.[7]

Pubblicato originariamente in inglese nel settembre 2014.
Adattato e ripubblicato il 17 luglio 2017.


[1] Ex Addetto Stampa della Casa Bianca; ha scritto Cancer’s Unexpected Blessings [Le benedizioni inaspettate del cancro], pubblicato su Christianity Today il 20 luglio 2007. Tony Snow è morto di cancro al colon a 53 anni.

[2] Jeff Quandt, citato da Irving Wallace in The Book of Lists (New York: Bantam Books, 1980)

[3] Today in the Word, Moody Bible Institute, gennaio 1992, p. 10.

[4] Napoleon Hill, Think and Grow Rich (Meridien, Conn: The Ralston Society, 1937).

[5] Giacomo 1,2–4.

[6] Richelle E. Goodrich, Eena, The Tempter’s Snare (2014).

[7] Galati 6,9 NR.

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