“Non cessate mai di pregare”

Ottobre 23, 2017

Compilazione

[“Pray Without Ceasing”]

Che cosa significa, “non cessate mai di pregare”?

L’ordine datoci da Paolo in 1 Tessalonicesi 5,17, di “non cessare mai di pregare”, può confonderci. Ovviamente, non vuol dire che dobbiamo stare tutto il giorno a capo chino e con gli occhi chiusi. Paolo non si riferisce al parlare ininterrottamente, ma piuttosto a un atteggiamento di consapevolezza della presenza di Dio e di una resa a Lui, che portiamo con noi in continuazione. Ogni momento deve essere vissuto con la consapevolezza che Dio è con noi e che è attivamente coinvolto e impegnato nei nostri pensieri e nelle nostre azioni.

Quando i nostri pensieri intrattengono preoccupazione, timore, scoraggiamento e rabbia, dobbiamo consciamente e rapidamente trasformare ognuno d’essi in una preghiera e ogni preghiera in un ringraziamento. Nella sua lettera ai Filippesi, Paolo ci ordina di smettere di stare in ansia, ma di far conoscere le “nostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti”.[1] Insegnò ai credenti di Colossi a “perseverare nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie”.[2] Esortò i credenti di Efeso a vedere la preghiera come un’arma da usare per combattere nelle battaglie spirituali.[3] Durante la nostra giornata, la preghiera dovrebbe essere la prima reazione a ogni situazione timorosa, ogni pensiero ansioso e ogni compito indesiderato che Dio ci ordina di svolgere. La mancanza di preghiera ci porterà a dipendere da noi stessi invece che dalla grazia di Dio. Una preghiera incessante è, in pratica, una continua dipendenza dal Padre e una continua comunione con Lui.

Per i Cristiani, pregare dovrebbe essere come respirare. Non dobbiamo nemmeno pensare a respirare, perché l’atmosfera produce una pressione nei nostri polmoni e praticamente ci costringe a respirare. Per questo è più difficile trattenere il respiro che respirare. Allo stesso modo, quando nasciamo nella famiglia di Dio entriamo in un’atmosfera spirituale, in cui la presenza e la grazia divina esercitano una pressione, o influenza, sulla nostra vita. La preghiera è la reazione normale a quella pressione. Come credenti, siamo entrati tutti nell’atmosfera divina per respirare l’aria della preghiera. —Da gotquestions.org [4]

Lezione sulle candele e sulle preghiere

Devo ammettere che ci sono alcuni versetti della Bibbia che presentano alcune difficoltà. “Pregate incessantemente”.[5] Mi ritorna spesso in mente e ho imparato che la preghiera è molto importante. Io prego spesso, prego molto, ma devo confessare che non lo faccio incessantemente, quindi mi sono spesso sentita colpevole per non aver pregato abbastanza.

Per quanto le mie intenzioni possano essere buone, la mia mente spesso rimane immischiata in altre cose. Faccio una preghierina rapida prima di mettermi al volante, prima di mangiare, di dormire o quando mi sveglio. Faccio una preghiera quando qualcuno mi chiede di pregare per lui o lei. Spesso ho una lista di cose per cui pregare ogni giorno. Quando mi viene in mente una persona, prego per lei e per quello che sta passando; ma per quanto io preghi, per quanto tempo preghi o per bene che preghi, so che non basta mai. Non riuscirò mai a raggiungere l’obiettivo di pregare incessantemente.

Recentemente mia figlia ha preso l’aereo per andare in Europa. Era un volo lungo, con molte coincidenze e volevo davvero continuare a pregare per lei tutto il tempo, finché non fosse arrivata a destinazione sana e salva. Ho trovato una piccola candela che chiamano “Sussurri d’angelo” e ho sentito che anche se non riuscivo a pregare incessantemente, i suoi angeli avrebbero continuato a pregare per lei. Così ho messo la candela in un posto sicuro, visibile, e ho pregato per il suo viaggio; poi mi sono dedicata alla mia giornata. Ogni volta che passavo davanti alla candela pregavo per lei e ogni volta che avvertivo nell’aria il suo profumo ringraziavo il Signore per la risposta alle mie preghiere. La candela ha continuato a bruciare finché non ho sentito che era arrivata sana e salva.

Forse le nostre preghiere assomigliano molto a quella candela. La nostra fede e la nostra fiducia nel Signore sono come incenso profumato che sale fino al suo trono. Forse Lui apprezza il profumo delle nostre preghiere come io ho apprezzato quella candela. Il suo profumo aveva riempito la mia casa. Il pensiero che forse il profumo delle nostre preghiere riempie le sale del cielo è davvero una bella immagine.

Così ho deciso di smettere di preoccuparmi per tutte le volte che non ho pregato. Farò il possibile per cercare di essere più fedele a pregare. Nei momenti in cui mi sentirò più disperata, accenderò una candela profumata e dedicherò a Lui i miei pensieri e le mie preghiere, nel limite delle mie capacità. Poi gli affiderò tutto il resto: la mia vita e la vita delle persone che amo, gettando tutte le mie preoccupazioni su di Lui, perché so che ha cura di me. Poi metterò quel versetto, “pregate incessantemente”, nel contesto giusto. Cercherò di rallegrarmi sempre. Cercherò di pregare incessantemente e lo ringrazierò in ogni circostanza, perché so che è la sua volontà. —Joyce Suttin

Resta continuamente in comunione con Dio

Puoi mantenere con Lui una conversazione continua durante tutta la giornata, parlandogli di quello che stai facendo o pensando al momento. “Non smettere mai di pregare” significa conversare con Dio mentre fai la spesa, mentre guidi, mentre lavori o svolgi qualsiasi altra faccenda della giornata.

Un pregiudizio comune è che “passare tempo con Dio” voglia dire stare da soli con Lui. Naturalmente, seguendo l’esempio di Gesù, hai bisogno di passare del tempo da solo con Dio, ma quella è solo una frazione delle ore in cui sei sveglio. Tutto quello che fai può essere “passare del tempo con Dio”, se lo inviti a farne parte e se rimani consapevole della sua presenza.

Il libro classico per imparare a sviluppare una conversazione costante con Dio è “La pratica della presenza di Dio”. Fu scritto nel 17° secolo da Fra Lorenzo, un umile cuoco in un monastero francese. Fra Lorenzo era in grado di trasformare anche i compiti più comuni e insignificanti, come cucinare o lavare i piatti, in atti di lode e di comunione con Dio.

La chiave per l’amicizia con Dio, disse, non è cambiare quello che fai, ma cambiare il tuo atteggiamento in quello che fai. Le cose che fai normalmente per te stesso, cominci a farle per Dio, che si tratti di mangiare, lavarti, lavorare, rilassarti o portare fuori la spazzatura.

Oggi spesso pensiamo che dobbiamo “uscire” dalla nostra routine giornaliera per adorare Dio, ma è solo perché non abbiamo imparato a fare pratica della sua presenza in ogni momento. Fra Lorenzo trovava facile adorare Dio nelle faccende comuni della vita; non doveva andare da qualche parte per speciali ritiri spirituali.

Questo è l’ideale di Dio. Nel giardino dell’Eden, il culto di adorazione non era un evento a cui partecipare, ma un atteggiamento continuo; Adamo ed Eva vivevano in costante comunione con Dio. Dato che Dio è sempre con te, non c’è posto più vicino a Lui di quello in cui ti trovi adesso. La Bibbia dice che Dio “è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti”.[6]Rick Warren[7]

Pubblicato sull’Ancora in inglese il 30 maggio 2017.


[1] Filippesi 4,6.

[2] Colossesi 4,2.

[3] Efesini 6,18.

[4] https://gotquestions.org/pray-without-ceasing.html.

[5] 1 Tessalonicesi 5,17 CEI.

[6] Efesini 4,6b.

[7] http://pastorrick.com/devotional/english/be-in-constant-communion-with-god.

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