Il messaggio della croce

Aprile 12, 2017

Compilazione

[The Message of the Cross]

Viaggiando per il mondo si vedono molte chiese che hanno un campanile. Quando i comunisti cercarono di bandire la religione in Russia e nell’Europa dell’Est, si dimenticarono che su molte chiese e cattedrali c’era una croce. Tantissime persone portano catenine con la croce, ma non tutti sanno cosa significa. Cosa significa per voi questa sera?

Per prima cosa, la croce ci indica l’estensione dei nostri peccati. Non ci rendiamo conto di cosa sia il peccato agli occhi di Dio, di quanto l’offenda e di come ci separi da Lui. Prima che Gesù salisse sulla croce, pregò nell’orto di Getsemani. Era afflitto, addolorato. Pregò Dio: “Se è possibile, allontana da me questo calice; tuttavia, non come io voglio, ma come vuoi tu”.[1] Guardò in quel calice e cosa ci vide? Ci vide i peccati di tutto il mondo! Vide omicidio, guerra, pregiudizio razziale, adulterio, menzogna e frode.

La gente chiede: “Cos’è il peccato?” Il peccato è non essere all’altezza della rettitudine di Dio. Dio è retto e santo. Non può considerare il peccato. Un diamante potrebbe essere perfetto all’occhio, ma se lo porti a uno specialista e lui lo osserva con una lente, ci vede un difetto. E Dio ci osserva allo stesso modo. […] Le Scritture dicono che tutti hanno peccato. Nessuno di noi è all’altezza dei requisiti divini. […]

La Bibbia dice che siamo tutti peccatori di natura e per scelta. Giacomo 4,1-3 dice: “Da dove vengono le guerre e le contese tra di voi? Non derivano forse dalle passioni che si agitano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete e invidiate e non potete ottenere; voi litigate e fate la guerra; non avete, perché non domandate; domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri”.[2] Siamo fatti tutti così. Il peccato ha influenzato la nostra mente. Le Scritture dicono: “L’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente”.[3]

Il peccato influenza anche la nostra volontà. Gesù ha detto: “Chi commette il peccato è schiavo del peccato”.[4] C’è qualcosa di cui siamo colpevoli. Non riusciamo a spezzare quest’ abitudine. Vorremmo farlo, ma non ne abbiamo la forza. Siamo schiavi. Invochiamo la libertà, ma non c’è un’uscita. Gesù però ha detto: “Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.[5] Poi ha detto di essere Lui la verità.[6]

Il peccato influenza anche la nostra coscienza. Ognuno di noi ha una coscienza. A volte è una piccola luce rossa che si accende ogni volta che pecchiamo contro Dio; ma si può anche avere una coscienza che non funziona più. Ci si è opposti così tanto alla propria coscienza che è morta. Non si è più scioccati o offesi dal peccato che ci circonda o da quello nella nostra vita.

C’è una punizione per il peccato. Il salario del peccato è la morte. Questa sera la Croce dice al mondo: “Sei un peccatore. Sei soggetto alla pena di morte”. Si tratta della morte spirituale, della morte eterna. La Croce, però, non ci mostra solo i nostri peccati, ci mostra anche l’amore di Dio. Questa sera Dio ci sta dicendo: “Ti amo. Qualsiasi cosa tu abbia fatto, per cattivo che tu possa essere stato, Io ti amo”. È la morte di Cristo che porta la buona notizia. Dio ti dice: “Ti amo. Ti perdono per via di quello che Gesù ha fatto sulla croce”.

La Croce è un condono, una grazia; è una cancellazione immeritata della pena di morte. Nessuno di noi merita di andare in cielo. Dio però è amore;[7] Dio è grazia e misericordia. “Grazia” indica qualcosa che non ci meritiamo, qualcosa che Dio semplicemente ci dà. Questa sera Dio vi offre la grazia; vi offre la certezza di andare in cielo quando morirete. E potete averla qui, questa sera. “Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi”.[8] […]

Gesù è morto sulla croce per voi e le Scritture dicono che non potrete più essere gli stessi dopo che vi sarete presentati davanti alla croce: “Se dunque uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove”.[9]

Vi sembra che la vostra vita sia stata un fallimento? Che sia sottosopra? Vi chiedete da che parte girarvi? La scelta che farete questa sera influenzerà tutta la vostra vita. Influenzerà anche dove passerete l’eternità. Dove sarete fra cent’anni? Non sarete più qui, ma la Croce vi garantisce una vita futura. La Croce è seguita dalla Risurrezione. La morte di Cristo non è stata la fine. C’è la Risurrezione di Gesù Cristo.

Le Scritture insegnano che Cristo riconcilia il mondo a Sé. Riconcilierà anche voi. Il peccato vi ha separato da Dio, ma quando vi avvicinate alla Croce vi unite a Dio e diventate partecipi della sua natura. —Billy Graham[10]

Simbolo della nostra fede

Perché la croce è il simbolo della nostra fede? Per trovare la risposta a questa domanda, non andate oltre la croce stessa. Non potrebbe avere un disegno più semplice. Una trave orizzontale, l’altra verticale. Una si allarga come l’amore di Dio. L’altra si spinge verso l’alto come la santità di Dio. Una rappresenta l’ampiezza del suo amore, l’altra riflette l’altezza della sua santità. La croce è l’intersezione di entrambe. La croce è il punto in cui Dio ha perdonato i suoi figli senza abbassare i suoi standard.

Come ha potuto farlo? Per dirlo in maniera semplice: Dio ha caricato il peccato su suo Figlio e l’ha punito. “Dio ha riversato i nostri peccati su suo Figlio, che non ha mai peccato, affinché, per mezzo suo, diventassimo giusti davanti a Dio”.[11] O, per dirlo in altro modo: “Cristo non ha mai peccato, ma Dio l’ha trattato come un peccatore, così da poterci accettare grazie a Lui”.[12]

Immaginati questo momento. Dio è sul suo trono, tu sei sulla terra. Fra te e Dio, sospeso fra te e il cielo, c’è Cristo sulla croce. I tuoi peccati sono stati posti su Gesù. Dio, che punisce il peccato, colpisce i tuoi errori con la sua ira. Gesù riceve il colpo. Dato che Cristo è in mezzo fra te e Dio, tu non vieni colpito. Il peccato è punito, ma tu sei salvo, salvo all’ombra della croce. È quello che Dio ha fatto; ma perché, perché avrebbe dovuto farlo? Per un senso morale? Un obbligo celeste? Un’esigenza paterna? No. Dio non è obbligato a fare niente. Pensa poi a quello che ha fatto: ha dato suo Figlio, il suo unico Figlio. Tu lo faresti? Offriresti la vita di tuo figlio in cambio di quella di qualcun altro? Io no. Ci sono cose per cui darei la vita, ma provate a chiedermi un elenco di quelle per cui ucciderei mia figlia. Il foglio resterebbe in bianco. Non ho bisogno di nessuna penna. L’elenco è privo di nomi.

L’elenco di Dio invece contiene il nome di ogni persona esistita. Questa è l’estensione del suo amore. Questo è il motivo della croce. Dio ama il mondo. “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo Figlio unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna”.[13] Con la stessa chiarezza con cui la trave centrale proclama la santità di Dio, quella trasversale dichiara il suo amore. E fino a che punto arriva il suo amore! […] È bello essere inclusi. Non sempre succede. Le università ti escludono, se non sei abbastanza in gamba. Le aziende ti escludono, se non sei abbastanza qualificato. Purtroppo anche alcune chiese ti escludono, se non sei abbastanza buono. Ma anche se tutti ti escludono, Cristo ti include.

Quando gli hanno chiesto di descrivere il suo amore, ha steso una mano a destra e una a sinistra e ha lasciato che le inchiodassero in quella posizione per farti sapere che è morto amandoti. —Max Lucado

L’altare di Dio

Mosè disse che senza spargimento di sangue non c’è remissione dei peccati.[14] Quella era la Legge, ma Gesù ha detto: “Questo è il nuovo patto nel mio sangue”.[15]

Gesù è morto sull’altare di Dio, la croce, in cui crede ogni Cristiano, in cui ha fede ogni figlio e figlia di Dio che per la propria salvezza confida in Gesù Cristo e nel suo sangue versato per i propri peccati. Gesù è stato il sacrificio supremo per il peccato. È stato l’Agnello di Dio ucciso per la remissione dei tuoi peccati. Ha ricevuto nel suo corpo la punizione dei tuoi peccati sul legno di quella croce; e per quanto riguarda Dio quello è stato l’ultimo e il più grande sacrificio di sangue per i peccati.

La tua salvezza è costata un dono inestimabile: Gesù e il suo sangue. È il regalo più costoso che si possa ricevere, il prezzo più alto che qualcuno potesse pagare per la tua salvezza, e solo Gesù poteva farlo. Non importa quanti sacrifici tu possa fare e quanto tu possa cercare di pagarlo con le tue opere: il prezzo è troppo alto per te. Solo Gesù poteva pagarlo! Dio non risparmiò il suo stesso Figlio, Gesù Cristo, ma lasciò che morisse sulla croce per donarci con Lui tutte le cose. Un amore immenso! —David Brandt Berg

Rivelazione di Dio

La croce di Gesù è la rivelazione del giudizio divino sul peccato. Non pensare assolutamente alla croce di Gesù Cristo come un martirio. La croce fu un trionfo eccezionale, in cui le fondamenta dell’inferno furono scosse. Non c’è niente di più certo, nel tempo e nell’eternità, di ciò che Gesù Cristo fece sulla croce: ridiede all’intera razza umana il giusto rapporto con Dio. Fece della redenzione la base della vita umana; cioè fece in modo che ogni figlio e figlia dell’uomo entrasse in comunione con Dio.

La croce non fu un caso per Gesù: Lui vi salì per uno scopo preciso. Lui è “l’agnello che è stato ucciso fin dalla fondazione del mondo”. […] La croce non è la croce dell’uomo, ma la croce di Dio; e la croce di Dio non può realizzarsi nell’esperienza umana. La croce è la manifestazione della natura di Dio, la porta grazie alla quale qualsiasi individuo della razza umana può entrare in comunione con Dio. Quando arriviamo alla croce, non vi saliamo; entriamo nella vita di cui la croce è solo la porta.

Il centro della salvezza è la croce di Gesù. Il motivo per cui è così facile ottenere la salvezza è che è costata tantissimo a Dio. La croce è il punto in cui Dio e l’uomo peccatore si uniscono con uno schianto e la strada della vita si apre… ma a schiantarsi è il cuore di Dio. —Oswald Chambers

Pubblicato sull’Ancora in inglese l’11 aprile 2017.


[1] Matteo 26,39.

[2] NR.

[3] 1 Corinzi 2,14 NR.

[4] Giovanni 8,34 NR.

[5] Giovanni 8,32.

[6] Giovanni 14,6.

[7] 1 Giovanni 4,8.

[8] Romani 5,8 NR.

[9] 2 Corinzi 5,17 .

[10] https,//billygraham.org/decision-magazine/january-2005/the-meaning-of-the-cross/.

[11] Vedi 2 Corinzi 5,21.

[12] Vedi 2 Corinzi 5,21.

[13] Giovanni 3,16.

[14] Vedi Levitico 17,11.

[15] 1 Corinzi 11,25.

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