Il puzzle della vita

Febbraio 1, 2017

Compilazione

[The Jigsaw Puzzle of Life]

Per moltissime persone il ventottesimo versetto dell’ottavo capitolo della Lettera ai Romani è il più importante dell’intero capitolo. Poche cose sono più confortevoli o più eccitanti del sapere con certezza che Dio è Colui che con sapienza gestisce il “puzzle” della nostra vita.

Si attribuisce la commercializzazione dei primi puzzle al cartografo londinese John Spilsbury, intorno al 1760. Durante la Grande Depressione, essi acquisirono popolarità negli Stati Uniti come forma d’intrattenimento a buon mercato. Esistono puzzle di ogni forma e misura, compresi i più recenti, quelli sferici a 3D. Ma il metodo di assemblaggio non è mai cambiato in centinaia di anni. Richiede l’unione di pezzi di forma strana che s’incastrano perfettamente fra loro.

La chiave per poterli terminare, ovviamente, è nell’immagine sulla scatola. Senza l’immagine, buonanotte! Ed è per questo che molti di noi a volte si sentono indifesi e privi di speranza – perché i pezzi della nostra vita non sembrano incastrarsi bene e non riusciamo a intravedere il piano divino per il quadro completo. Ma la chiave fondamentale, cioè Romani 8,28, promette che Dio farà in modo che ogni pezzetto della nostra vita alla fine si collochi nel modo più efficiente, utile e meraviglioso!

Ci saranno sempre delle esperienze che per noi saranno incomprensibili, almeno fino a quando non saremo in Paradiso, senza dubbio. Per essere ancora più espliciti: non c’è nulla di buono nelle azioni cattive che le persone compiono. Il peccato è sempre peccato. Il male è sempre male. Se siete stati vittime d’ingiustizie, tradimenti o abusi, questo versetto ovviamente non lo nega. Tuttavia promette che il male sarà in un certo senso “riciclato”, redento e utilizzato per il vostro bene e per la gloria di Dio.

Molte cose brutte accadono a persone buone, ma la gara è truccata a nostro favore. Alla fine saremo noi a vincere; quindi smettiamola di giocare per perdere. Non lasciatevi mettere sulla difensiva dai vostri errori, o da quelli degli altri. Giocate all’offensiva nella vita. Va bene recriminare le cose negative che sono accadute, ma non fate le vittime! Non importa ciò che è successo, non siete delle vittime. Siete più che vincitori!

Alcune delle vostre esperienze terrene in realtà non sono spiegabili da questo lato dell’eternità. Ed io non posso promettervi un’esistenza priva di dolore. […] Sebbene io non sappia quale strada abbiate percorso, sono sicuro che inizia sempre ai piedi della croce. Ogni storia di salvezza inizia con l’agonia di Cristo al Calvario. La croce, infatti, è la più grande ingiustizia mai perpetrata nella Storia – il Creatore inchiodato a un legno dalla sua stessa creazione. Ma Dio ha utilizzato anche questo per il bene. Ha trasformato quell’antico strumento di tortura nel simbolo di un’eterna speranza per l’umanità.

Se Dio può fare questo con la croce, potrà certamente redimere il vostro dolore, i vostri fallimenti, le vostre paure e i vostri dubbi. La croce è il pezzo mancante di ogni puzzle. Senza di lei siamo indifesi e privi di speranza. Con la croce, invece, il puzzle è completamente risolto. –Mark Batterson [1]

Il Grande Tessitore.

Dio, il Grande Tessitore, è alla ricerca di coloro che hanno un cuore tenero, così da poter imprimere il suo marchio sui loro cuori. I vostri dolori e le vostre delusioni sono parte di quel disegno, per modellare il vostro cuore e il modo in cui percepite la realtà. I dolori che attraverserete vi modelleranno sempre. Non c’è altro modo…

La domanda è: Come possiamo renderci conto dell’intervento divino in ogni cosa che modella e marchia la nostra esistenza, siano esse le tragedie immense che ci feriscono o la grande gioia che porta allegria alla nostra anima? Come possiamo realmente incontrare il Signore in tutte le nostre vittorie o sconfitte? In che modo possiamo riconoscere che Egli ha uno scopo, anche quando tutto intorno a noi sembra privo di senso o di alcuna speranza? Vi sarà un ultimo sussulto finale che in un’unica parola ci sussurrerà una conclusione che ridefinirà ogni cosa? Se è davvero così, è possibile prendere in prestito quella parola per arricchire il tempo presente? Possiamo davvero intravedere, anche in parte, il disegno complesso di ogni cosa all’interno di un piano più grande?

Dio, come un grande maestro che riesce a trarre una melodia meravigliosa dall’ultima corda rimasta di uno strumento rotto, può mostrarci il disegno delle nostre vite, se solo riusciremo a vedere la mano della sua grazia che ci ha già condotto fin qui. Come Giacobbe, anche noi dovremmo porre delle pietre segnaletiche per ricordarci della bontà di Dio verso di noi in tante situazioni specifiche: “Io farò là un altare al Dio che mi esaudì nel giorno della mia avversità e che è stato con me nel viaggio che ho fatto”.[2]Ravi Zacharias

I puzzle di Dio

Dio ha riempito la vita di rompicapi, problemi, misteri ed eccitazione, insieme a suspense per sfidare il nostro intelletto, raffinare la nostra spiritualità, rafforzare la nostra fede e la nostra fiducia in Lui e farci provare un vero desiderio di trovare le risposte!

Nel cercare di mostrarci la sua volontà, Egli a volte ci mette di fronte a qualche rompicapo che ci disorienta. Quasi gli piace metterci di fronte a questi misteri, poiché ci spingono realmente a pregare. Dio ci parla per indovinelli ed enigmi che sono difficili da comprendere, ma quasi sempre ci dà l’indizio iniziale. Dopodiché continua a darci indizi che portano alla soluzione. Ci guida passo dopo passo, ma non sappiamo cosa ci succederà fino a che non giungeremo al passo successivo.

Gli piace che siamo spinti a cercare. Poiché è una cosa che esercita la nostra fede in Lui, nella sua Parola, nella sua guida divina e nella sua magnanimità, nel suo amore paterno. Dimostra che confidiamo in Lui e gli obbediamo, anche se non sappiano cosa ci aspetta alla fine della strada. Forse non riusciamo a intravedere la risposta, non conosciamo la soluzione, non sappiamo nemmeno dove Dio ci stia portando o cosa vi troveremo, ma confidiamo nel fatto che Egli manterrà le sue promesse.

Ci ha promesso di non lasciarci mai né di abbandonarci, perché dice: “Ecco, Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.[3] Ci ha dato la torcia della sua Parola per mostrarci la direzione e noi possiamo sempre spandere davanti a noi la luce della sua Parola, poiché “la rivelazione delle tue parole illumina”.[4]

“Molte cose riguardanti il domani, mi sembrano incomprensibili. Ma io conosco Chi ha in mano il domani; e conosco anche Chi mi tiene per mano!” —David Brandt Berg

La barilatrice e voi

Avete mai sentito parlare della barilatrice, o buratto? È un dispositivo industriale per lisciare e levigare i pezzi di metallo nuovi. In pratica è un contenitore, cilindrico o a vasca, predisposto per ruotare a una certa velocità. Al suo interno s’inseriscono oggetti di acciaio o altri metalli, pressofusi o semilavorati. All’interno del barile vengono poste sostanze abrasive come ossido d’alluminio, carburo di silicio, sabbia, palline di gomma o sferette di acciaio, a seconda della durezza delle parti in metallo.

La barilatrice viene fatta ruotare e a ogni rotazione le parti metalliche sono trascinate parzialmente verso l’alto, poi ricadono giù. Man mano che ruzzolano, che cadono le une sulle altre e sono frizionate dall’abrasivo, le sbavature scompaiono e gli spigoli vengono smussati. A quel punto raggiungono la forma perfetta e adatta al loro funzionamento.

Questo processo ingegnoso assomiglia molto a come gli esseri umani vengono sballottati nella vita. Veniamo al mondo con gli spigoli e le sbavature caratteristiche della nostra natura grezza. Ma, procedendo, ruzzoliamo gli uni sugli altri e siano sottoposti alla frizione dei problemi e delle difficoltà. Tali esperienze ci toccano e ci modificano come fanno le sostanze abrasive all’interno delle barilatrici con i pezzi di metallo. Sono frizioni e attriti assolutamente necessari per smussare le nostre personalità e farle maturare.

Vi sono persone assolutamente benintenzionate che credono che la vita sia troppo dura. Vorrebbero pianificare e organizzare il mondo in modo tale da non far soffrire nessuno. Ma senza difficoltà, come può una personalità svilupparsi completamente? Come può una persona diventare davvero bilanciata, matura e forte?

Questo processo di modellamento crea uomini veri. Per quanto la difficoltà possa essere dura e spiacevole, in realtà è fonte di un possibile sviluppo. Circondate ogni difficoltà con la preghiera, con la fede e con ragionamenti chiari. Poi sottoponetela all’energia che viene dall’entusiasmo. Su queste basi potrete fronteggiare positivamente qualsiasi situazione che vi troverete davanti. —Norman Vincent Peale [5]

Pubblicato sull’Ancora in inglese il 27 settembre 2016.


[1] Mark Batterson, If: Trading Your If Only Regrets for God’s What If Possibilities (Grand Rapids: Baker Books, 2015).

[2] Genesi 35,3.

[3] Matteo 28,20.

[4] Salmi 119,130.

[5] Norman Vincent Peale, Enthusiasm Makes the Difference (Englewood Cliffs: Prentice-Hall, 1967).

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