Peter Amsterdam
Una delle parti della storia della Natività che trovo più bella, emozionante e piena di significato è quando l’angelo apparve ai pastori e annunciò la nascita di Gesù, seguito da una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio. È un ingresso perfettamente adatto alla nascita del Figlio di Dio. Luca ci racconta cosa avvenne:
In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendette intorno a loro, e furono presi da gran timore. L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore”».[1]
L’angelo annunciò la nascita del Salvatore, ma la cosa non terminò lì. Luca continua:
E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’Egli gradisce».[2]
Questo collegamento tra il Salvatore e la pace è visibile anche nelle profezie del Vecchio Testamento; per esempio, nel libro di Isaia leggiamo: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato. Sulle sue spalle riposerà l’impero, e sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace”.[3] “Ma Egli è stato trafitto per le nostre trasgressioni, schiacciato per le nostre iniquità; il castigo per cui abbiamo la pace è su di Lui”.[4]
Sia nel Vecchio sia nel Nuovo Testamento, il Messia — il Salvatore — era associato alla pace. Tuttavia, osservando il mondo d’oggi, o quasi qualsiasi altro periodo della storia, la pace è forse l’ultima cosa che possiamo notare. Guerre e lotte civili sono endemiche nell’umanità. Purtroppo, non è mai esistita una pace durevole su tutta la terra e certamente non esiste oggi. Allora perché Gesù è chiamato il Principe della Pace? Perché gli angeli, mentre lodavano Dio alla nascita di Gesù, parlarono di pace?
La parola ebraica usata più spesso nel Vecchio Testamento per “pace” è shalom. Anche se nelle Scritture a volte la parola shalom è usata per definire l’assenza di guerra, essa ha anche altri significati. La radice linguistica di shalom esprime il concetto di sano, integro. Parla di completezza, sanità, salute e prosperità, benessere, contentezza, tranquillità, armonia, pace dello spirito, assenza di ansia e di stress. Si riferisce anche all’amicizia tra individui, oltre che a pace e amicizia tra gli individui e Dio.
Il termine greco per “pace”[5] usato più spesso nel Nuovo Testamento a volte è usato per indicare uno stato di tranquillità nazionale e l’assenza del caos provocato dalla guerra. Viene comunque usata più spesso per esprimere sicurezza, tranquillità, prosperità, armonia e bontà tra gli individui. Si riferisce anche allo stato di tranquillità dell’anima che è sicura della propria salvezza tramite Cristo.
Anche se un giorno il mondo conoscerà l’assenza di guerre, dopo la seconda venuta di Cristo (il Secondo Avvento), la pace di cui si parla così spesso nella Parola di Dio si riferisce alla completa salute dell’essere umano, fisica e spirituale. Le Scritture affermano ripetutamente che una salute, una tranquillità e una pace del genere vengono dal giusto rapporto con Dio, un rapporto reso possibile dal Salvatore che gli angeli annunciarono ai pastori quella notte di oltre duemila anni fa.
L’umanità ha sempre avuto bisogno di una riconciliazione con Dio. A causa del nostro peccato siamo separati da Lui e non siamo in grado di superare quella distanza. L’apostolo Paolo lo paragonò a essere nemici di Dio. La vita, la morte e la risurrezione di Gesù portarono alla riconciliazione tra Dio e l’uomo. Mediante la fede in Gesù, il Principe della Pace, possiamo essere in pace con Dio. “Ma Dio manifesta il suo amore verso di noi in questo che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Infatti, se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del suo Figlio, molto più ora, che siamo stati riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita”.[6]
Mediante il Principe della Pace, si può ristabilire un rapporto d’armonia tra Dio e tutti quelli che accettano Gesù come loro Salvatore. La salvezza conduce alla giustizia davanti a Dio, perché i nostri peccati sono perdonati; e la giustizia della salvezza ci porta pace e gioia. Possiamo così avere la pienezza della shalom: completezza, integrità, sicurezza, contentezza, tranquillità, armonia e pace dello spirito, che è la fonte della pace interiore in mezzo alle tempeste e alle difficoltà della vita che tutti dobbiamo affrontare. È questa giustizia, ottenuta mediante la salvezza acquistata dal sacrificio di Gesù, che dona la pace con Dio; questa a sua volta è il fondamento della vera pace interiore.
Gesù, il Signore della pace, ci dona una pace che supera ogni nostra comprensione. Ci ha dato la sua pace e quando la nostra mente riposa in Lui, quando confidiamo in Lui, ci dà una pace perfetta, o come dice nell’originale ebraico, shalom shalom. Nell’ebraico antico la ripetizione di una parola esprimeva un grado più elevato; in questo caso, non solo pace, ma pace perfetta. Troviamo pace nel Salvatore, pace quando amiamo la Parola di Dio, pace quando le nostre vie compiacciono il Signore, pace nella presenza dello Spirito Santo, pace nella fede e pace quando Cristo regna nei nostri cuori.
Gli angeli che lodavano Dio la notte della nascita di Gesù annunciavano la pace che Dio stava rendendo disponibile con la nascita del nostro Salvatore: la pace di Dio che viene dalla salvezza, la pace interiore che viene dalla nostra connessione con Dio, la pace che deriva dal sapere che Dio ci ama e ha fatto in modo che noi potessimo stare con Lui in eterno. Si tratta della stessa pace che Lui ci ha incaricato di portare agli altri mediante la condivisione del messaggio dell’amore divino. È la pace che portiamo quando parliamo del messaggio della riconciliazione con Dio, della salvezza e della pace eterna.
Allora facciamo tutto il possibile per portare a pace di Dio nella vita di chi non conosce la vera pace, quella che solo Dio può dare. Questo Natale comunichiamo a molti il messaggio del dono più grande, il Principe della Pace.
Quando il canto degli angeli ha taciuto,
quando la stella in cielo è svanita,
quando i re e i principi son tornati a casa,
quando i pastori hanno raggiunto le greggi,
è solo allora che inizia il lavoro di Natale:
trovare chi è smarrito,
guarire chi ha il cuore rotto,
nutrire chi è affamato,
liberare i prigionieri,
ricostruire le nazioni,
portare pace tra la gente,
fare musica nel cuore…
e irradiare la Luce di Cristo,
ogni giorno, in ogni modo, in tutto quello che facciamo e diciamo.
È allora che inizia il lavoro di Natale.
—Howard Thurman
Pubblicato originariamente in inglese nel dicembre 2013.
Adattato e ripubblicato nel dicembre 2016.