Il tramonto della vita

Gennaio 11, 2017

Compilazione

[The Sunset of Our Lives]

Quanti amici ora mi attendono
in quel ciel sempre chiaro
e m’invitano a seguirli
dove aprirono il cammino.
Han deposto l’armatura,
la lunga corsa han terminato;
conservato hanno la fede
e la corona conquistato.
Sì, mi chiaman con dolcezza,
a seguirli è un dolce invito;
ed io cerco tra le ombre
le luci del rifugio ambito.
—Fanny Crosby

*

Penso che il Signore voglia farci passare più tempo da soli per prepararci a lasciare questa terra e andare in cielo. Più tempo in comunione con Lui, pensando alla nostra vita e considerare quello che abbiamo realizzato, meditando e pregando se abbiamo fatto del nostro meglio per il Signore, pregando su cos’altro potremmo fare.

Guardiamo il tramonto e pensiamo a quello della nostra vita; guardiamo l’alba e pensiamo al sorgere del sole del futuro. A volte ci chiediamo quale sarà l’ultimo. A volte ci chiediamo se l’ultimo sarà questo, se abbiamo fatto tutto quel che potevamo e se Lui ci dirà: “Ben fatto, figlio mio!”

Quando osservi il tramonto, a volte ti chiedi se hai fatto tutto quel che potevi fare oggi. E vedendo sorgere il sole, ti chiedi se farai tutto quello che potrai fare domani.

L’alba domani, l’alba domani,
un’alba gloriosa mi attende;
l’alba domani, l’alba domani,
un’alba eterna con Gesù risplende.
—Slim Whitman

Non ci saranno più sofferenze, allora, grazie al Signore. Basta malattie o dolori, sofferenze o morte. Basta tramonti, solo albe per noi, in cielo.

Ti aiuta davvero a riordinare le priorità e a renderti conto di cosa sia importante e cosa no. Penso che sia in parte perché il Signore ci prepara a morire, perché in un certo senso è una cosa che tutti devono affrontare da soli con il Signore o con uno dei suoi emissari. Grazie al Signore non dovremo affrontare la morte veramente da soli. C’è una vecchia canzone che dice:

Non dovrò attraversare il Giordano da solo.
Gesù è morto per ogni peccato e ogni dolo.
Quando il buio verrà a incontrarmi,
Lui sarà lì in attesa ad aiutarmi.
Non dovrò attraversare il Giordano da solo.
—Thomas Ramsey

È un bene che il tramonto di una vita possa essere bello come un tramonto nella creazione divina. Sarebbe meraviglioso se potessimo morire in maniera bella come fa il giorno. Con altrettanta bellezza, grazia e tranquillità, con qualche addio affezionato, con qualche parola finale. —David Brandt Berg

*

Il generale William Nelson, ufficiale dell’Unione durante la guerra civile americana, cessò le sue battaglie in Kentucky quando una rissa terminò con uno sparo che lo colpì mortalmente al petto. Aveva affrontato molte battaglie, ma il colpo fatale lo raggiunse mentre si rilassava con i suoi uomini. La morte lo trovò completamente impreparato.

Un uomo salì di corsa le scale per aiutarlo, ma il generale ebbe solo una frase: “Fate venire un prete, voglio essere battezzato”. Non ne aveva mai avuto il tempo da bambino o da ragazzo. Non ne aveva mai avuto da semplice soldato o dopo essere diventato generale. E la sua ferita non terminò né rallentò la guerra. Tutto intorno a lui rimase praticamente immutato, tranne le sue priorità. Con solo pochi minuti rimasti prima di entrare nell’eternità, l’unica cosa che gli importava era di prepararsi a essa. Voleva essere battezzato. Trenta minuti dopo era morto.[1]

*

Quando Corrie ten Boom, autrice del famoso libro Il nascondiglio, era ancora una bambina in Olanda, divenne consapevole della morte per la prima volta in seguito alla visita fatta a una vicina appena deceduta. Si rese conto allora che un giorno anche i suoi genitori sarebbero morti. Suo padre la consolò con alcune parole sagge: “Corrie, quando andiamo insieme ad Amsterdam, quand’è che ti do il tuo biglietto?”

“Be’, appena prima di salire in treno”, rispose lei.

“Esattamente”, disse suo padre, “e anche il nostro saggio Padre che è in cielo sa quando avremo bisogno delle cose. Non correre avanti prima di Lui, Corrie. Quando verrà il momento in cui qualcuno di noi dovrà morire, guarderai dentro il tuo cuore e troverai la forza di cui avrai bisogno, al momento giusto”. [2]

*

Alcuni anni fa, un mio amico visitò il Portogallo durante un viaggio d’evangelizzazione. Fu lieto d’incontrare molti credenti che erano dei “giganti spirituali”, fra i quali un missionario inglese di nome Eric Baker. Questi aveva vissuto nel paese oltre cinquant’anni, predicando il vangelo in condizioni spesso avverse.

Durante la seconda guerra mondiale la situazione era diventata così critica che alcuni consigliarono a Baker di rimandare sua moglie e i suoi otto figli al sicuro in Inghilterra. Sulla stessa nave furono evacuati anche sua sorella e i suoi tre figli. Anche se i suoi cari furono costretti a partire, lui rimase lì per continuare la sua opera. La domenica dopo la loro partenza, si alzò davanti alla sua congregazione e disse: “Ho appena ricevuto la notizia che tutta la mia famiglia è arrivata al sicuro a casa!” Poi procedette come il solito a svolgere il servizio.

In seguito la gente riuscì a comprendere il vero significato delle sue parole. Appena prima del servizio aveva saputo che un sommergibile aveva silurato la nave e che tutte le persone a bordo erano annegate. Sapeva che poiché tutti erano credenti avevano raggiunto un “porto tanto sospirato”.[3] Anche se era schiacciato dal dolore, per grazia di Dio riuscì a superare le circostanze e a continuare il suo lavoro per il Signore. Il suo cuore era consolato dalla consapevolezza che la sua famiglia stava godendo della beatitudine divina. —Henry G. Bosch

*

“Un giorno”, diceva sempre D. L. Moody, “leggerete sul giornale che D. L. Moody, di East Northfield, è morto. Non credete a una sola parola! In quel momento sarò più vivo che mai!”[4]

Pubblicato sull’Ancora in inglese il 23 agosto 2016.


[1] Christianity Today, 1994.

[2] Today in the Word.

[3] Salmi 107,30 NR.

[4] The Wycliffe Handbook of Preaching and Preachers.

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