Compilazione
La notte in cui Gesù fu arrestato, Pietro fece un voto di lealtà, dicendo a Gesù che avrebbe dato la vita per Lui. “Gesù gli rispose: ‘Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: il gallo non canterà, prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte’”.[1] Indubbiamente Pietro era sincero, ma quello che nel suo spirito era genuino e ammirabile non poté trasformarsi in azione. Quella stessa notte, Pietro negò tre volte di conoscere Gesù.
Essendo stato uno dei più entusiasti seguaci di Gesù, il momento in cui il gallo cantò deve essere stato molto traumatico per Pietro. Tutti e quattro i Vangeli raccontano questo momento e, a eccezione di quello di Giovanni, dicono che Pietro scoppiò a piangere. Molti di noi hanno sparso lacrime amare sui nostri tentativi falliti di compiacere Dio, poi ci siamo rassegnati al fatto che non gli saremo mai di alcuna utilità. Anche dopo aver visto il Cristo risorto, Pietro probabilmente continuò a sentirsi così, perché tornò alla sua vecchia vita di pescatore.
Le Scritture ci raccontano che una mattina presto, mentre Pietro e alcuni altri discepoli erano fuori a pescare, videro un forestiero sulla riva. Quando Pietro lo riconobbe come il Signore, saltò fuori dalla barca e lo raggiunse velocemente. In quell’occasione Gesù prese Pietro da parte e gli pose una domanda che doveva essere certamente dolorosa: “Simone di Giona, mi ami tu più di costoro?” “Certo Signore, tu lo sai che io ti amo”. Gesù allora gli disse: “Nutri le mie pecore”.[2]
La parola “amore” usata da Gesù è il termine greco “agape”. Agape parla dell’amore più grande che esista: l’amore di Dio donato liberamente, che non dipende dall’essere ricambiato. Pietro, acutamente consapevole del suo fallimento, risponde a Gesù con un amore più semplice. Usa la parola greca “phileo”, che indica affetto e amicizia. Gesù pose tre volte la stessa domanda a Pietro, ma poi usò come lui la parola “phileo”. E ogni volta Gesù gli diede un incarico: “Nutri le mie pecore”.
Non sono le nostre debolezze o i nostri fallimenti a impedirci di essere di utilità a Dio. Anzi, sono ciò che ce lo permette. Pietro non paragonò il suo amore a quello di Gesù usando il termine “agape”, ma con quello che doveva essere un penoso ricordo dei suoi tre dinieghi, rispose con onestà e umiltà. Solo quando riconosciamo umilmente di essere arrivati al limite delle nostre capacità e permettiamo alla vita di Cristo di vivere in noi, riusciamo a dimostrare d’avere il curriculum che Dio desidera. —Charles Price
Citato per nome
La risurrezione di Gesù portò una speranza nuova – e una nuova ansia. L’angelo presente alla tomba quella mattina disse alle donne che erano venute a ungere il corpo di Gesù: “Non vi spaventate! Voi cercate Gesù il Nazareno che è stato crocifisso; è risuscitato, non è qui; ecco il luogo dove l'avevano posto. Ma andate a dire ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea; là lo vedrete come vi ha detto”. [3]
Come pensi che si sia sentito Pietro? Non solo il Signore era risorto, ma aveva menzionato il suo nome in particolare. Immagina come quelle parole devono aver fatto sentire Pietro. Perché lo aveva chiamato in causa? Forse a causa dei suoi dinieghi?
Dopo la risurrezione di Gesù, Pietro deve aver capito senz’ombra di dubbio che Gesù era davvero il Cristo, il Figlio del Dio vivente! Tutte le affermazioni di Gesù sul dare la propria vita come riscatto di molti erano vere. Ma avrebbe voluto avere a che fare con Pietro, dopo che lui lo aveva rinnegato – non una ma tre volte?
Pietro ebbe la sua risposta. Gesù lo accettava ancora, si fidava di lui e lo amava, nonostante il modo in cui si era rivolto contro di Lui. Pietro scoprì ben presto che le parole “dite a Pietro” erano un’espressione di amore, fiducia e perdono da parte di Gesù.
“Dite a Pietro”. Che parole rassicuranti e amorevoli per chi era stato infedele! Con quelle parole il Signore stava dicendo: “Qualsiasi cosa tu abbia fatto c’è il perdono, c’è la speranza. Sono vivo. Sono con te, completamente. Ti offro di ricominciare da capo”.
Il resto è storia. Pietro passò il resto dei suoi giorni proclamando coraggiosamente la buona notizia del Signore che una volta aveva rinnegato. Divenne un testimone potente del vangelo di Gesù, sigillando alla fine la sua fede con il suo stesso sangue, con il martirio. Pietro ci lascò l’redità di una persona che aveva fallito, ma con la potenza di Gesù aveva avuto un nuovo inizio e una vita di successo per la gloria di Dio.
Ti senti scoraggiato? Anche tu, come Pietro, sei turbato dalle dimensioni della tua inadeguatezza, dalla pressione di vivere la tua fede e dalle volte che forse anche tu hai rinnegato Gesù nella tua vita?
Gesù sa quello che i Cristiani devono affrontare in questa vita. La nostra fedeltà sarà messa alla prova molte volte – mediante tentazioni, mediante il rifiuto, l’opposizione e lo scoraggiamento. Ma in quelle parole rivolte a Pietro possiamo vedere come il nostro Signore vuole che reagiamo e trionfiamo. Quando ci ritroviamo in momenti simili , anche noi possiamo essere una fonte di forza e ispirazione per gli altri.
Fatti coraggio! Lasciati incoraggiare dalle parole del Signore per bocca di quell’angelo nel giardino. Il suo messaggio vale per te come per quella persona che pensava di essersi spinta troppo oltre per essere nuovamente accettata. […] Gesù è risorto – per te. Ha pagato un riscatto – il tuo! —Eugene Guzon
Un’altra opportunità
Abbiamo commesso tutti molti errori in passato! Dio ci aiuti a rettificarli e a trarne qualche insegnamento. “Ebbe compassione della moltitudine e guarì tutti gli ammalati”.[4] Come possiamo mandare via le persone? Da chi andranno? Solo Gesù ha le parole di vita eterna.[5] Dobbiamo essere disposti a offrire alle persone un’altra opportunità. È quello che fece Gesù. È quello che fece la prima chiesa. Gesù si fidò perfino di far tenere i soldi a Giuda, anche se sapeva che era un ladro. Quello sì che è dare un’altra opportunità a una persona, non credi?[6]
Anche se ogni volta che Pietro apriva bocca ne diceva una delle sue, anche se tornò perfino a pescare dopo un po’, dopo aver rinnegato il suo Maestro, quando Gesù risorse disse a Maria Maddalena di andare a dire ai suoi discepoli “e a Pietro” di andargli incontro in Galilea. Sapeva che Pietro si sentiva così in colpa da non ritenersi più idoneo a seguirlo, e che probabilmente anchre i discepoli lo consideravano tagliato fuori.[7]
E non dimentichiamoci nemmeno del figliol prodigo, di Giovanni “detto anche Marco”, di Re Davide e di molti altri che si allontanarono per un po’ ma in seguito ottennero grandi successi, o almeno furono reintegrati in una posizione di fiducia, se il loro pentimento era stato sincero. E questo include ogni singolo discepolo, perché tutti abbandonarono Gesù al momento del suo arresto. Uno di loro scappò completamente nudo, perfino, perché le guardie avevano afferrato il lenzuolo che lo copriva.[8]
“Chi di voi è senza peccato scagli la prima pietra”.[9] Io ho commesso sbagli, e anche tu l’hai fatto! E se Dio avesse rifiutato di riprenderci o di usarci di nuovo? Dove saremmo adesso? Siamo tutti colpevoli. Cerchiamo di non essere ipocriti! Gesù disse di perdonare sette volte sette. [10]
La Bibbia dice anche: “Accogliete chi è debole”[11] e “rialzatelo”.[12] “Guadagna tuo fratello”.[13] “Chi è stato perdonato per molto ama molto”.[14] “Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate a loro”[15] – fate le stesse cose che Gesù ha fatto a voi! Un altro esempio di questo è Onesimo, che Paolo difese davanti al suo padrone Filemone, nell’epistola che porta il suo nome.
Se gli altri non hanno fede in te, è difficile avere fede in te stesso; a volte è perfino difficile avere fede nel Signore. Lo so, mi è successo. Quando senti che nessuno ti ama o si fida di te, pensi che forse Dio la pensa allo stesso modo e ti viene voglia di arrenderti. Se però qualcuno ti dimostra l’amore e la fede di Dio, questo t’ispira a reagire facendo un nuovo sforzo per riuscire! Ma anche senza una simile dimostrazione di fiducia da parte degli altri, puoi lo stesso trovare forza nella consapevolezza che Dio ti perdona e non ti lascerà né ti abbandonerà mai. —David Brandt Berg
Pubblicato sull’ancora in inglese il 14 giugno 2016.
[1] Giovanni 13,38.
[2] Giovanni 21,15–16 LND.
[3] Marco 16,6–7.
[4] Matteo 8,16, 14,14.
[5] Giovanni 6,68.
[6] Giovanni 12,6.
[7] Marco 16,7.
[8] Marco 14,51–52.
[9] Giovanni 8,7.
[10] Matteo 18,22.
[11] Romani 14,1.
[12] Galati 6,1.
[13] Matteo 18,15; Luca 17,3.
[14] Vedi Luca 7,47.
[15] Luca 6,31.