Compilazione
La vittoria schiacciante è nostra, grazie a Cristo, che ci ha tanto amato da morire per noi. Sono convinto, infatti, che né morte, né vita, né angeli, né principati, né il presente, né il futuro, né potenze, né altezze, né profondità, niente e nessuno in tutto il creato potrà separarci dall'amore di Dio, da quell'amore che è in Cristo Gesù, Signore nostro. —Romani 8,37-39[1]
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Il trionfo è fuggevole. Si fa appena in tempo ad assaporare la vittoria, che se ne è già andata. L’abbiamo ottenuto, ma è già storia. Nessuno rimane un campione per sempre. È il momento di un’altra conquista, un’altra vittoria. Forse è questa l’assurdità dell’affermazione di Paolo: “Sia ringraziato Dio, il quale ci fa sempre trionfare in Cristo”. [2]
Il trionfo di Cristo non è momentaneo. “Trionfare in Cristo” non è un avvenimento o un’occasione. Non è fuggevole. Trionfare in Cristo è uno stile di vita, un modo d’essere! Trionfare in Cristo non è una cosa che facciamo, è una cosa che siamo.
Ecco la grande differenza fra la vittoria in Cristo e la vittoria nel mondo. Un vincitore nel mondo gioisce per qualcosa che ha fatto – attraversare a nuoto la Manica, scalare l’Everest, mettere insieme un milione. Ma il credente gioisce per quello che è: un figlio di Dio, un peccatore perdonato, un erede dell’eternità. Come dice l’inno: “Erede della salvezza, acquistato da Dio, nato dal suo Spirito, lavato nel suo sangue”.
Niente può privarci del nostro trionfo in Cristo. Niente! Il nostro trionfo non si basa sui nostri sentimenti ma sul perdono di Dio. Il nostro trionfo non si basa sulla nostra perfezione ma sul perdono divino. Com’è prezioso questo perdono! Anche se siamo assediati da ogni parte, la vittoria è sempre nostra. Niente può alterare la lealtà di Dio.
Recentemente un mio amico ha perso suo padre, un uomo la cui fede era stata d’ispirazione a molti per lunghi anni. Questo mio amico ha detto che nei momenti passati da solo davanti al corpo di suo padre continuava a pensare: Hai vinto. Hai vinto. Hai vinto.
Come disse Giovanna d’Arco quando fu abbandonata da quelli che avrebbero dovuto restare al suo fianco: “È meglio essere da soli con Dio. La sua amicizia non mi abbandonerà, come pure il suo amore. Nella sua forza io oserò, oserò e oserò ancora, fino alla morte”.
“Trionfare in Cristo”. Non è una cosa che facciamo, è una cosa che siamo. —Max Lucado
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Tornerò da voi
Che cosa fa Gesù quando ti trovi in un momento di disperazione? Marco 6,48 dice: “Verso le tre di mattina, Gesù avanzò verso di loro, camminando sull'acqua”.[3] Nota che non disse ai suoi discepoli di andare da Lui. Sapeva che non potevano farlo. Andò Lui da loro. Quando ti trovi in un momento davvero disperato, Gesù viene da te!
Adoro il fatto che Gesù non sia rimasto sulla riva a gridare istruzioni. Quando sei in mezzo a una tempesta, non hai bisogno di consigli. Hai bisogno di un miracolo! Hai bisogno che si faccia vivo qualcuno – ed è proprio quello che fece Gesù. Intervenne nella tempesta dei discepoli.
Il Vangelo è questo: Dio non rimane sulla riva a dirci cosa fare. Viene fuori e ci viene incontro nel nostro dolore, nella nostra paura, nella nostra depressione, nella nostra tempesta e nel nostro scoraggiamento. Viene da noi. Che Dio!
In questo momento potresti sentirti abbandonato, ma non è così. In Giovanni 14,18 la Bibbia dice: “No, non vi abbandonerò, né vi lascerò orfani. Tornerò da voi”.[4] Puoi contarci! —Rick Warren
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La fede loda qualsiasi cosa succeda
Ovviamente Giobbe aveva condotto una vita pia da molti anni, ma ci volle l’implosione della potenza di Dio dall’esterno per sottoporlo a pressione mediante le prove e le afflizioni del diavolo, prima che la potenza interiore esplodesse con una poderosa reazione a catena atomica in uno dei più bei testi poetici della Bibbia: il canto della sofferenza, che è echeggiato nei secoli per incoraggiare innumerevoli milioni di persone con i suoi riverberi di fede, pazienza e lode in mezzo alle avversità. Quando tutto va storto e sembra contrario alla Parola di Dio e alla norma, le persone di grande fede possono dire con Giobbe: “Ecco, mi uccida pure! Oh, continuerò a sperare”.[5] Il vero oro – per ardente e duraturo che possa essere il fuoco e, per intensa e prolungata che possa essere la prova – ne uscirà sempre come oro, anzi, ancora più fino!
Dio ha uno scopo in ogni cosa che permette, anche se solo per spingerci a esercitare la nostra fede e dimostrarla per incoraggiare gli altri, per ispirare la loro fede e incoraggiarli ad avere fiducia nel Signore. Come possiamo essere più che vincitori, quando tutto va storto e sembra contrario alla Parola e alla norma? Essendo buoni perdenti e lodando Dio anche in mezzo alle sconfitte. Dio spesso ottiene le vittorie più grandi da quelle che sembrano sconfitte e spesso le porta lungo il sentiero trascurato della lode. La lode è la voce della fede! —David Brandt Berg
Un amore onnicomprensivo
Davide disse che dovremmo rendere grazie perché “il Signore è buono; la sua bontà dura in eterno e la sua fedeltà per ogni generazione”.[6] Il Signore è buono. Che affermazione importante. Il mondo spesso è malvagio. Ma Dio è buono. Il suo amore non vacilla mai. Noi potremmo anche vacillare nel nostro amore per Lui, ma Lui non vacilla nel suo amore per noi. Max Lucado ha scritto:
Quanto è largo l’amore di Dio? Abbastanza largo da abbracciare tutto il mondo. Sei parte del mondo? Allora sei incluso anche tu nell’amore di Dio.
È bello essere inclusi. Non sempre lo siamo. Le università ti escludono se non sei abbastanza intelligente. Le aziende ti escludono se non sei abbastanza qualificato. E purtroppo alcune chiese ti escludono se non sei abbastanza buono.
Ma anche se loro possono escluderti, Cristo ti include. Quando gli chiesero di descrivere la larghezza del suo amore, allungò una mano a destra e una a sinistra e le ebbe inchiodate in quella posizione perché tu potessi sapere che morì amandoti.
Ma non esiste forse un limite? Certamente il suo amore dovrebbe avere una fine. Non ti sembra che dovrebbe essere così? Ma Davide, l’adultero, non la scoprì mai. Paolo, l’assassino, non la scoprì mai. Pietro, il bugiardo, non la scoprì mai. Quando si trattò della vita, toccarono il fondo. Quando però si trattò dell’amore di Dio, non accadde. Anche loro, come te, trovarono il loro nome nell’elenco dell’amore di Dio.
Davide ci dice che la fedeltà di Dio si estende a tutte le generazioni. Quando gli altri ci deludono, Lui è fedele. Quando gli altri ci abbandonano, Lui rimane con noi. Quando noi manifestiamo la nostra rabbia, Lui continua a manifestare il suo amore. Dio è costante. È buono. È amorevole. Anche quando non comprendiamo le circostanze della vita, dovremmo ringraziare Dio, il cui carattere è fuori discussione. È su questo carattere che contiamo.
Rendiamo grazie per una Speranza sicura oltre la tomba. Come fanno a sopravvivere le persone che vedono questa vita come l’unica cosa che esista? La Bibbia ci dice che quando moriamo andiamo a stare con il Signore. Riceviamo una casa costruita dalle mani amorevoli di Dio. Riceviamo corpi che non marciranno, non funzioneranno male né ci faranno sentire in imbarazzo. Saremo riuniti con i nostri cari che se ne sono andati prima di noi. E saremo con Gesù. Nella descrizione del Cielo le cose più preziose di questa vita – l’oro, l’argento e le pietre preziose – diventano le cose più comuni. Serve a ricordarci che questa vita non è niente in confronto allo splendore del mondo che verrà. Il Cielo è raffigurato come un luogo di gioia, canti, festeggiamenti. È un luogo in cui i torti sono raddrizzati e il bene è ricompensato.
Rendiamo grazie per il Salvatore che ha reso possibile questa speranza. […] Rendiamo grazie per Gesù in ogni circostanza, perché Lui è il motivo della nostra speranza. È la fede in Lui che ci ha rinnovato. —Bruce Goettsche[7]
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 24 maggio 2016.