Compilazione
L’altro giorno ho letto una citazione che fa riflettere. Dice: “Ho imparato due cose: Dio esiste. E non sono io”.
Quando cominci a pensare, o a esaminare alcuni dei cambiamenti che il Signore porta nella tua vita o la direzione nuova in cui ti spinge, puoi cominciare a chiederti perché lo sta facendo, perché ti spinge ad abbandonare certe cose a cui forse eri attaccato da anni, o perché ti chiede di fare modifiche al modo in cui hai sempre fatto le cose.
A volte forse vorresti che i cambiamenti avvenissero più in fretta, mentre altre volte forse desidereresti che avvenissero più gradualmente. A volte potresti essere felice che una certa questione venga toccata o cambiata, mentre altre volte potresti preferire che le cose rimangano così come sono o tremi al pensiero che possa cambiare qualcosa in qualche campo. All’inizio potresti sentirti un po’ all’oscuro delle cose, o non riuscire a capire completamente da che parte il Signore ti stia guidando e preoccuparti di come si risolveranno le cose.
Stavo pensando a queste cose, e al nocciolo di tutto c’è il semplice principio di confidare che il Signore sia in controllo. La verità, come viene espressa in quella citazione, è che Dio è Dio e noi no. Avere la maturità spirituale di confidare nel Signore e seguirlo, anche quando non comprendiamo ogni cosa, è un punto cardine del Cristianesimo, del discepolato e della fede. Come disse saggiamente Elisabeth Elliot, moglie del missionario martire Jim Elliot: “La vera fede comincia a operare quando non ci sono risposte”.
Avere fede non significa rinunciare alla propria intellettualità o alla propria ragione. Avere fede non significa che non si possano rivolgere domande al Signore e ottenere delle risposte. Avere fede non significa che non si possa fare pace con il Signore riguardo alle cose che ti preoccupano – che si tratti di un cambiamento che ti colpisce dal lato sbagliato o di qualcosa che speravi cambiasse in un certo modo, ma non l’ha fatto. Comunque, alla fine dei conti, è saggio confidare e accettare che ci sono risposte che Dio ha e noi no. Confidare nel Signore porta buoni frutti nella tua vita e riuscire a trovare pace e serenità più rapidamente. È anche utile ricordare che solitamente le cose diventano più chiare con il tempo.
Le vie di Dio sono molto più alte delle nostre e seguire Lui richiede una fede, che non dipende dalla nostra comprensione. Naturalmente, se il Signore vuole spiegarci perché ci chiede di fare certi cambiamenti o di muoverci in una direzione nuova, è un gesto gentile da parte sua, molto amorevole, ma in realtà non è obbligato a farlo.
È bene ricordarci che, alla fine dei conti, Dio è Dio. Ha un piano ed è in controllo. È bello quando può spiegarci le cose a nostra piena soddisfazione e quando la nostra mente può capire i grandi meccanismi divini, ma quello non è un prerequisito per confidare in Lui o obbedirgli.
Ci saranno sempre cose che non capiremo. Non sempre saremo in grado di razionalizzare tutto a nostro piacimento. Ci sarà sempre quell’elemento di “prendere le cose per fede”, perché è al centro della nostra vita di Cristiani.
Siamo umani; Dio è divino. E grazie a Dio che Dio è Dio, e non noi. —Peter Amsterdam
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Una delle cose migliori che appresi in seminario fu quando un professore scrisse sulla lavagna: “Dio esiste. Non sei tu”. Mamma mia, se si è dimostrato vero! Nel corso degli anni ho scoperto come in realtà sono stupido, ignorante e inesperto. Ho anche notato che Dio non si consulta con me quando prende decisioni riguardanti l’universo. E come se non fosse abbastanza umiliante, non accoglie nessuno dei miei suggerimenti su come dovrebbero andare le cose nella mia vita. Non capisco perché Dio non lo faccia. In realtà, si riduce tutto a una cosa sola: Dio esiste. Non sono io!
Quando ripenso alla mia vita e ricordo alcune delle preghiere e dei desideri del mio cuore, scopro di essere piuttosto felice che Lui non abbia risposto alla maggior parte di loro. Molte volte sono ritornato al passato nella mia mente e ho provato imbarazzo al ricordo di alcune richieste immature ed egocentriche che avevo presentato a Dio. Più invecchio, più le mie preghiere includono un ringraziamento al Signore per non aver risposto alle mie preghiere. Ora, mi ritrovo a pregare che Dio faccia di Me quello che vuole e m’insegni quello che vuole.
Non sono Dio. Più me ne rendo conto, più accetto il fatto che Dio la sa più lunga di me ed è ben capace di vedere il futuro. È perfettamente in grado di intessere nella mia vita (e nella tua) risposte e rifiuti a certe richieste fatte in preghiera. Anzi, è ben in grado di badare a noi in modi che non possiamo nemmeno concepire. È così saggio, perfetto e così incredibilmente buono che possiamo avere piena fiducia che ascolti le nostre preghiere e sappia cos’è meglio per noi, anche se non glielo chiediamo.
A volte questo significa che dobbiamo confessare la nostra ignoranza davanti a Dio, dato che non capiamo perché non risponde a certe preghiere, come quelle di guarire o salvare gli altri come vorremmo che facesse. Non sta a noi, però, decidere cosa avrà una risposta e cosa no. È il mondo di Dio. Noi siamo il suo popolo e dobbiamo seguirlo e scoprire la sua volontà nella nostra vita, qualunque essa sia. È Lui che deve ricevere la gloria, non noi.
È consolante sapere che Dio è in controllo e io no. È consolante sapere che Dio mi ama più di quanto io possa immaginare. È consolante sapere che Dio può vedere il futuro e che lo ha già preparato tutto per me. È consolante sapere che ho fiducia in un Dio infinitamente buono e santo e che Lui si occuperà di me qualunque cosa succeda. —Matt Slick
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 22 febbraio 2016.