Prima ripresa, seconda ripresa

Aprile 25, 2016

Iris Richard

[Take One, Take Two]

Prima ripresa

Sentire lo stridio del metallo contro il metallo mentre uscivo dal punto in cui ero parcheggiata, mi ha paralizzato per un attimo. Avevo fretta e avevo dato un’occhiata rapida prima di mettermi al volante, ma per qualche motivo non avevo visto un camioncino parcheggiato in un posto insolito.

Sono uscita in fretta dall’auto per esaminare il danno e ho scoperto una brutta ammaccatura sul mio paraurti e un fanalino posteriore rotto sull’altro veicolo. Ho scritto rapidamente qualche parola di scusa e il mio numero di telefono su un foglio di carta e l’ho infilato sotto il tergicristalli dell’auto del mio vicino. Mi sarei occupata dell’incidente appena arrivata a casa. Sono uscita dal cancello nervosa e agitata.

Era mia intenzione anticipare l’ora di punta, ma appena ho imboccato la strada principale ho notato con sgomento che il traffico stava già aumentando; e ciò voleva dire che sarei stata in ritardo per un appuntamento importante. Ho cominciato a tamburellare le dita sul volante, impazientemente, mentre il traffico proseguiva lentamente su due corsie congestionate.

Ero irritata per l’incidente nel parcheggio e continuavo a rivederlo nella mente, cercando di capire come avevo fatto a ignorare l’altro veicolo parcheggiato. La giornata era appena cominciata e avevo già i nodi allo stomaco, quando un pulmino mi ha tagliato la strada e mi ha quasi spinto fuori strada. Ho abbassato il finestrino e gliene ho gridate quattro. Alla faccia della gentilezza cristiana, ho pensato. In realtà non provavo proprio nessuna gentilezza per quella giornata cominciata con il piede sbagliato.

Stare lì seduta nel traffico mi ha dato il tempo di pensare e di riflettere sulla mia routine mattiniera delle ultime settimane; mi sono resa conto che i momenti che ero solita passare con Dio erano stati a poco a poco eliminati dall’aumento del mio carico di lavoro e da un’agenda troppo fitta d’impegni. Sembrava che da allora fossi diventata facilmente irritabile e insolitamente irascibile. In quello stesso momento, mentre a poco a poco il traffico si liberava, mi sono impegnata a riprendere i miei momenti di devozione al mattino.

Seconda ripresa

L’agenda per la settimana dopo era strapiena e mentre la ripassavo sembrava che non ci fossero margini per nient’altro che attività legate al lavoro. Per sopportare il carico avrei avuto certamente bisogno di una dose in più di­ pazienza e sopportazione. Avevo bisogno di preparare un piano.

Ho deciso di puntare la sveglia mezz’ora prima e ho messo insieme diverso materiale devozionale e un quaderno vuoto, con la sua brava penna, da tenere pronti per i momenti dedicati a mettermi in contatto con Dio al mattino. Sapevo che alzarmi presto sarebbe stato un sacrificio, perché apprezzo ogni minuto di sonno, ma ero decisa a fare un tentativo con questo mio nuovo impegno.

Appena è suonata la sveglia, ho raccolto le mie energie per strisciare fuori dal letto e mi sono diretta come una sonnambula verso il soggiorno, dove mi sono sistemata in un angolo del divano. Fuori era ancora buio, ma il canto cristallino dei primi uccelli cominciava ad annunciare l’arrivo dell’alba. Il loro canto era come un coro di lodi a Dio e ha ispirato anche me a cominciare a ringraziare il Signore per tutte le mie benedizioni.

Quando i primi timidi raggi di sole hanno cominciato a penetrare nella stanza, mi sono sentita più sveglia e ho raccolto il mio bel libro devozionale per leggere il brano del giorno. Ispirata dal testo, che sembrava quasi un consiglio su misura per la mia settimana successiva, ne ho copiato un paragrafo nel quaderno. Poi ho pregato per tutti gli aspetti della mia agenda e ho passato qualche momento a meditare sulle preghiere che avevano ottenuto una risposta la settimana prima. Finita la mezz’ora, mi sono sentita rinfrescata e pronta ad affrontare la giornata.

Appena ho cominciato a mantenere i miei appuntamenti di mezz’ora con Dio, non è stata l’assenza di problemi, contrattempi o imprevisti a dare successo al mio lavoro, ma il modo in cui ho reagito a essi, che ha contribuito a smussare gli angoli, rilassarmi i nervi e, ne sono certa, rendermi una persona più piacevole da avere intorno. I miei momenti con Dio al mattino sono tornati a essere un’abitudine. Il primo appuntamento della giornata mi ha dato la forza di superare le tempeste della vita, mantenere la calma, avere idee più chiare e gestire le situazioni in maniera più favorevole.

“Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano in volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano”. —Isaia 40,31 NR

Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 17 febbraio 2016.

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