Compilazione
Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli. —Apocalisse 3,5
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La cosa meravigliosa del messaggio cristiano è che, poiché la salvezza è un dono di Dio, possiamo sapere che il nostro nome è scritto nel libro. In un’occasione Gesù parlò a un gruppo dei suoi discepoli di ritorno da una missione:
Or i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome». Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana cadere dal cielo come folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli». —Luca 10,17-20[1]
Gesù vide il pericolo che riponessero fiducia (si rallegrassero) nelle capacità che aveva dato loro, quindi disse loro che non dovevano confidare in quello che potevano fare, ma nella consapevolezza che i loro nomi erano scritti nei cieli.
Come potevano saperlo? Solo fidandosi della parola di Gesù. Questo è, ancora una volta, il punto cruciale. Noi esseri umani abbiamo la tendenza a riporre fiducia in qualsiasi altra cosa all’infuori di Dio: le nostre azioni, i nostri meriti o perfino i nostri doni spirituali, come in questo caso. Come Abraamo, dobbiamo imparare a fidarci di ciò che dice Dio. Tutto alla fin fine dipende da quello – compresa la qualità della nostra vita e delle nostre opere. Dio è profondamente interessato alle nostre opere, ma il segreto di essere in grado di farle non sta nelle opere stesse ma nel riporre la nostra fiducia in Dio. Lo ripeto, la salvezza viene da Dio – è un suo dono, indipendentemente da qualsiasi nostro merito. E Dio ci ha dato la meravigliosa capacità e la libertà di ricevere il dono della salvezza per fede. —John Lennox
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“Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Sono le parole che Gesù proferì in Luca 10,20. Aveva mandato settanta persone in un breve viaggio missionario all’interno di Israele. Erano andati nelle città in cui in seguito sarebbe andato Lui. La loro missione era semplice. Dovevano annunciare che il regno di Dio era vicino. Gesù delegò a loro la capacità di guarire i malati e scacciare demoni nel suo nome.
Luca ci racconta che i settanta tornarono pieni di gioia, dicendo: “Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome!” Gesù allora confermò il loro zelo e disse: “Io vedevo Satana cadere dal cielo come la folgore” – riaffermando cosa poteva fare la sua autorità.
Gesù confermò il loro entusiasmo per essere stati usati con successo da Dio, ma poi aggiunse immediatamente: “Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.
Trovo che questo gentile rimprovero di Gesù sia incoraggiante. Dovevano imparare a non rallegrarsi solo quando i loro sforzi avevano successo, altrimenti si sarebbero potuti disperare quando questi fossero falliti. E tutti i credenti avranno dei momenti in cui si sentiranno dei falliti.
In 1 Corinzi 4,2 leggiamo: “Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele”. Notate che non dice “che abbiano successo”, ma che siano fedeli. Sono davvero grato che nella vita cristiana il successo sia essere fedeli, e non un successo visibile.
Noi Cristiani nati di nuovo possiamo provare gioia nel nostro rapporto con Gesù e nel fatto che il nostro posto in cielo sia sicuro, anche quando le circostanze non sono troppo buone e ci sentiamo dei falliti! Solo in cielo vedremo i frutti portati nei momenti in cui ci siamo sentiti dei falliti.
Alla fine, non è stato il successo visibile a renderci quello che siamo, così non sarà l’insuccesso a farci ritornare indietro. Quel che siamo, lo siamo per grazia di Dio. Qualsiasi cosa facciamo che abbia un significato eterno, in realtà è Lui che lo fa attraverso di noi. Qualsiasi cosa tu debba affrontare sulla terra, rallegrati: andrai in cielo! —Danny Campbell
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Gesù disse ai suoi discepoli di “rallegrarsi perché i loro nomi sono scritti nei cieli”.[2] E Paolo, parlando di alcuni dei suoi fratelli, li chiamò “gli altri miei collaboratori i cui nomi sono nel libro della vita”.[3] Poi, nella sua descrizione del paradiso, Giovanni disse: “E nulla di impuro, né chi commetta abominazioni o falsità, vi entrerà; ma soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell'Agnello”.[4] Tutte queste cose sembrano indicare che il libro della vita è il libro mastro con l’elenco di tutti i salvi di tutte le epoche. —David Brandt Berg
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“Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Che cosa intende Gesù con questo? Il concetto o l’immagine dei nomi delle persone scritti nei cieli, nel libro della vita, non si trova esclusivamente in questo passo di Luca. È in tutta la Bibbia. Vediamo alcuni esempi.
In Esodo 32, Mosè intercede per il popolo d’Israele, chiedendo al Signore di perdonare i loro peccati e aggiungendo: “Se no, ti prego, cancellami dal tuo libro che hai scritto”. Nel Salmo 69, il salmista parla dei giusti iscritti “nel libro della vita”. In Daniele 12 c’è una profezia che dice che il popolo di Dio sarebbe stato liberato: “tutti quelli che saranno trovati scritti nel libro”. Poi, nel Nuovo Testamento, in Filippesi 4, Paolo cita i nomi di alcune persone impegnate con lui nell’opera evangelica – Evodia, Sintiche e Clemente – aggiungendo: “i cui nomi sono scritti nel libro della vita”.
Finalmente, quando arriviamo all’Apocalisse, vediamo questa faccenda del “libro della vita” e dei “nomi scritti nel libro” un po’ dappertutto. In Apocalisse 3, Gesù promette al Cristiano che vince che “non cancellerà il suo nome dal libro della vita”. […] Nel capitolo 20, al momento del giudizio finale, tutti quelli “il cui nome non fu trovato nel libro della vita” furono gettati nel lago di fuoco. Sarà certamente una cosa spaventosa non avere il proprio nome scritto in quel libro. Ma per quelli il cui nome è scritto in quel libro, il risultato sarà molto diverso e molto migliore. In Apocalisse 21, leggiamo della Nuova Gerusalemme, la città celeste; quelli che potranno entrarci saranno “soltanto quelli che sono scritti nel libro della vita dell’Agnello”.
“Il libro della vita dell’Agnello”. “Nomi scritti in cielo”. È lì che troveremo la nostra gioia più grande. In Cristo, l’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo. “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Non è una cosa che avete fatto voi. È stato Dio a farla. L’ha fatto per voi, mediante la sua grazia; è un dono. I vostri nomi sono scritti nei cieli, cari amici, scritti con il sangue di Cristo. È così che potete entrare in quel libro. Cristo Gesù, l’Agnello di Dio, l’Agnello che è stato ucciso – ucciso come sacrificio per i vostri peccati. Il suo sangue vi purifica da tutti i vostri peccati.
Ed è questo che Cristo sta per fare mentre si dirige verso Gerusalemme nel suo percorso quaresimale. Il suo nome, “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”, sarebbe stato scritto su un cartello inchiodato a una croce, affinché i vostri nomi potessero essere scritti nei cieli, nel libro della vita dell’Agnello. —Charles Henrickson
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 9 febbraio 2016.