Compilazione
Tutti abbiamo la nostra zona di sicurezza, quell’insieme di circostanze in cui ci troviamo a nostro agio, o le persone con cui abbiamo imparato a interagire facilmente e senza troppi sforzi. I confini di quella zona spesso sono decisi dai nostri timori, dai tratti del nostro comportamento che riteniamo accettabili per gli altri e da ciò che supera un livello accettabile di sforzi da parte nostra.
Quella zona di sicurezza è comoda e gradevole. Il problema è che, se le permettiamo di controllare le nostre decisioni, può finire per lasciare poco spazio alla crescita o allo sviluppo. Può impedirci di sperimentare tutto ciò che la vita ha da offrire e, se non continuiamo a estendere i nostri limiti, possiamo rischiare di diventare troppo soddisfatti di noi stessi nel cuore, nella mente e nello spirito.
Il pericolo di restare all’interno della nostra zona di sicurezza, quando invece il Signore sta cercando di allargare i nostri orizzonti, è che possiamo venire gradualmente cullati in un’esistenza mediocre in cui non esploriamo il nostro pieno potenziale. Rischiamo di perdere la capacità di vedere tutto quello che possiamo realizzare, al punto che non facciamo più quegli entusiasmanti passi di fede.
È scomodo superare questi limiti; si corrono dei rischi, perché non sappiamo che cosa incontreremo dall’altra parte; ma la soddisfazione, la gratificazione e l’emozione di trovarsi di fronte a persone, idee e opportunità nuove fa tutto parte di ciò che ci rende persone più profonde e fortemente motivate. Non possiamo scoprire il nostro potenziale se non siamo disposti a spingerci al di là di quelli che riteniamo i nostri limiti.
Peter mi stava raccontando di una volta in cui andò a visitare un centro di riabilitazione fisica e osservò un uomo che stava imparando a camminare di nuovo. L’uomo faceva solo dei passettini stentati, ma il terapista aveva deciso che era ora che facesse di più. L’uomo protestò perché temeva che fosse impossibile e aveva paura di cadere. Comunque, con un terapista a entrambi i fianchi, che praticamente lo costringevano a camminare sempre più in fretta, si rese conto che poteva farcela. Non avrebbe mai fatto quei progressi da solo.
La natura del Signore è tale che a volte turba la nostra zona di sicurezza e introduce nella nostra vita sfide nuove che ci costringono a esaminare da vicino i limiti che ci siamo autoimposti, così da poterli superare. Quando lo facciamo, spesso ci accorgiamo che non è allarmante come pensavamo e molte volte scopriamo un mondo completamente nuovo, fatto di opportunità e potenziali che non avevamo mai ritenuto possibili. —Maria Fontaine
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“Signore, perché faccio così tanta fatica a uscire dal mio guscio e a provare cose nuove? Perché mi ritrovo così ansiosa e piena di paura al solo pensiero di farlo? Oggi voglio chiederti il coraggio di cui il mio spirito ha bisogno. Tu sei Dio e il tuo amore eterno è con me in ogni cosa che faccio”.
Ieri stavo pensando a come può essere difficile uscire dalla nostra zona di sicurezza. Lo stress, l’ansia e la paura di provare qualcosa di nuovo, di iniziare una relazione nuova, un lavoro nuovo, una routine nuova, possono essere molto stressanti.
Nella vita ci sono cambiamenti piccoli (un vestito nuovo che esitiamo a indossare) e ce ne sono di grandi (un nuovo impiego, un trasloco, la rinuncia a un vizio, la perdita di una persona cara). Pur a livelli diversi, sono tutti stressanti.
Sentiamo dire in continuazione che il primo passo è quello più difficile. Per esperienza personale e per essere un po’ (o tanto) affetta da DOC[1], posso dirvi che è una cosa verissima. Possono passare giorni, settimane, mesi e perfino anni prima di decidermi ad affrontare dei cambiamenti nella mia vita.
Il “trucco”, per così dire, è avere fede in Dio, così che il primo passo che facciamo in una situazione nuova sia guidato da Lui e segua la strada che Lui ha già preparato per noi, da prima dell’inizio del tempo. Mi piace ringraziare Dio prima di iniziare un’impresa nuova, perché so che quando una direzione nuova rientra nella sua volontà seguirà sempre il piano che Lui ha per me. La strada non sempre sembra facile, ma finisce sempre per aggiungere valore alla mia vita e spesso anche a quella di chi mi sta vicino.
Fate un respiro profondo, una preghiera di ringraziamento e poi un primo passettino di fede. Voi siete amati, accuditi e protetti dal Creatore dell’universo.
Numeri 10,9 dice: “Quando nel vostro paese andrete alla guerra [affronterete l’ignoto] contro il nemico che vi opprime [che a volte può essere la paura che abbiamo dentro] suonerete l’allarme con le trombe [in altre parole, lodate Dio!]; così sarete ricordati davanti all’Eterno, il vostro Dio, e sarete liberati dai vostri nemici”. —Easter Ellen[2]
Fai un passo di fede
Alla quarta vigilia della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. I discepoli, vedendolo camminare sul mare, si turbarono e dissero: «È un fantasma!». E si misero a gridare dalla paura; ma subito Gesù parlò loro, dicendo: «Rassicuratevi; sono io, non temete!»
E Pietro, rispondendogli disse: «Signore, se sei tu, comandami di venire da te sulle acque». Egli disse: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò sulle acque, per venire da Gesù. Ma, vedendo il vento forte, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò dicendo: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo prese e gli disse: «O uomo di poca fede, perché hai dubitato?» —Matteo 14,25-31
Pietro stava già camminando sulle acque quando si guardò intorno e si accorse del vento e delle onde. Allora cominciò ad affondare. Analogamente, quando passiamo momenti difficili, se ci concentriamo sulle circostanze, anche noi ci spaventiamo e affondiamo. Se però manteniamo gli occhi puntati su Gesù e ci concentriamo sulla sua capacità e la sua disponibilità ad aiutarci, alla fine ne usciremo vincitori. Notate che quando Pietro cominciò a prestare troppa attenzione al caos intorno a lui e cominciò ad affondare, Gesù lo sgridò per la sua mancanza di fede. Anche se è Dio che ci aiuta a superare le avversità, è la nostra fede che apre la porta per ricevere il suo aiuto.
C’è anche un’altra lezione interessante in questa storia. Pietro fu il solo discepolo che ebbe il coraggio di uscire dalla barca! Sì, è vero, distolse gli occhi da Gesù e quindi cominciò ad affondare; ma fu lo stesso l’unico discepolo che sperimentò il miracolo di camminare sulle acque con il Maestro.
Se vuoi fare qualcosa di significativo per Dio, ci saranno momenti in cui Lui ti farà cenno di uscire dalla barca e fare un passo di fede. Ciò significa abbandonare la tua zona di sicurezza. Significa anche correre qualche rischio. Se aspetti che l’acqua entri nella barca prima di camminarci sopra, puoi anche scordartelo. Dio non ti costringerà a uscire dalla barca; ma se ti chiama e tu non rispondi, non saprai mai che cose meravigliose aveva in mente per te. Se oggi ti sembra che il Signore ti stia invitando a fare un passo di fede, chiedigli quando e dove; chiedigli anche di darti il coraggio necessario per fare la sua volontà. Poi preparati a mettere i piedi fuori dalla barca e a entrare nella gloria di Dio!
Una preghiera: Signore, quando affronto delle prove, aiutami a distogliere gli occhi dalle circostanze e a rivolgerli a Te. Sorreggimi e guidami al sicuro in mezzo alle tempeste della vita. Quando m’inviti a fare un passo di fede, dammi istruzioni, discernimento e coraggio. Aiutami a essere coraggioso ma non avventato. Aiutami a non precipitarmi in anticipo rispetto al tuo piano, né a restare indietro. Grazie per aver fatto di me un trionfatore e uno strumento della tua gloria. —J. M. Farro[3]
Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 3 novembre 2015.
[1] Disturbo ossessivo-compulsivo (disturbo d’ansia).
[2] https://todayicanwithgod.wordpress.com/tag/devotional.
[3] Life on the Go Devotional for Dads (Harrison House, 2006).