Diventare un avvocato cristiano

Novembre 30, 2015

Compilazione

[Becoming a Christian Case Maker]

Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi. —1 Giovanni 1,1-3[1]

Seguire le prove

Se i Cristiani potessero essere addestrati a presentare prove solide per ciò in cui credono e a dare risposte alle domande e alle obiezioni dei non credenti, allora la percezione che questi hanno di loro a poco a poco cambierebbe. I Cristiani sarebbero visti come persone riflessive da prendere seriamente, invece che come fanatici emotivi, o buffoni. Il Vangelo sarebbe una vera alternativa per la gente, una cosa da poter accettare. —William Lane Craig

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Se vuoi essere un buon avvocato cristiano (o se vuoi semplicemente esaminare per la prima volta un’argomentazione a favore del Cristianesimo), dovrai capire la forza delle tesi cumulative. La visione cristiana del mondo si forma in maniera complessiva: l’affidabilità del racconto evangelico dei testimoni oculari non si basa su un’unica linea di testimonianza. Anzi, i testimoni oculari si basano su quattro categorie separate di prova, espresse in base a quattro domande importanti: i testimoni erano veramente presenti e hanno visto ciò che dicono d’aver visto? Le loro dichiarazioni possono essere corroborate o verificate in qualche modo? I testimoni si sono dimostrati onesti e accurati nel corso del tempo? I testimoni hanno pregiudizi o motivi nascosti che li possano squalificare?

Queste domande vanno considerate collettivamente. Oltre a ciò, anche l’argomentazione per ogni categoria va costruita cumulativamente. La questione della corroborazione, per esempio, è stabilita secondo parecchie linee di prova non collegate, tra le quali l’archeologia, gli antichi scritti ebraici, le antiche opere greche non cristiane, le prove geografiche interne, le prove linguistiche interne, l’uso corretto dei nomi propri e il sostegno di testimoni involontari. […] Anche la visione cristiana del mondo viene stabilita cumulativamente.

Se riusciamo a imparare a comunicare la forza di argomentazioni collettive come queste, diventeremo avvocati cristiani migliori. Se esaminate per la prima volta l’argomentazione a favore del Cristianesimo, non fermatevi alle apparenze. Andate a fondo. Osservate tutto. Mettete insieme tutte le argomentazioni e valutatele. —J. Warner Wallace

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Infatti vi ho prima di tutto trasmesso ciò che ho anch’io ricevuto, e cioè che Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu sepolto e risuscitò il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e poi ai dodici. In seguito apparve in una sola volta a più di cinquecento fratelli, la maggior parte dei quali è ancora in vita, mentre alcuni dormono già. Successivamente apparve a Giacomo e poi a tutti gli apostoli insieme. Infine, ultimo di tutti, apparve anche a me come all’aborto. —1 Corinzi 15,3-8[2]

Chi è Gesù?

Per uno storico senza pregiudizi i fatti storici riguardanti Gesù sono altrettanto precisi ed evidenti di quelli relativi a Giulio Cesare. Non solo troviamo una sua descrizione accurata nei documenti del Nuovo Testamento, ma decine di manoscritti antichi non biblici confermano che Gesù fu effettivamente un personaggio storico che visse in Palestina agli inizi del primo secolo.

Riguardo alla testimonianza resa da molti antichi documenti laici su Gesù Cristo, l’Enciclopedia Britannica afferma:

“Questi resoconti indipendenti provano che nei tempi antichi nemmeno gli oppositori del Cristianesimo ebbero dubbi sulla storicità di Gesù, che fu contestata per la prima volta – e su basi inadeguate – da diversi autori durante il 19° e all’inizio del 20° secolo”.

Un aspetto rilevante e indubbiamente unico della vita di Gesù Cristo è che letteralmente centinaia di predizioni e profezie dettagliate furono date da profeti e veggenti dell’antichità, molti secoli prima della sua nascita, con dettagli specifici sulla sua nascita, vita e morte.

Nell’Antico Testamento, si possono trovare più di trecento predizioni sul “Messia”, o “Salvatore”. Nel nostro secolo la scoperta archeologica di centinaia di manoscritti originali dell’Antico Testamento ha provato senz’ombra di dubbio che queste profezie furono effettivamente scritte secoli prima della nascita di quest’uomo di nome Gesù.

Nel 750 a.C., per esempio, il profeta Isaia diede questa sorprendente profezia:

“Il Signore Stesso vi darà un segno: ecco, la vergine concepirà, partorirà un figliuolo, e gli porrà nome Emmanuele”.[3]

Sette secoli e mezzo dopo questa profezia, una giovane vergine israelita di nome Maria fu visitata dall’angelo Gabriele che le annunciò che avrebbe concepito un figlio che sarebbe stato chiamato Emmanuele, che significa: “Dio è con noi”. I libri della Bibbia che furono scritti dopo la vita terrena di Gesù, ossia il “Nuovo Testamento”, ci dicono che Maria disse all’angelo: “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?” L’angelo le rispose: “Lo Spirito di Dio scenderà su di te e la potenza dell’Eterno ti coprirà con la sua ombra. Colui che nascerà da te sarà dunque santo e chiamato il Figlio di Dio!”[4]

Quindi, perfino gli inizi della sua vita su questa terra, il suo concepimento e la sua nascita, furono non solo unici, ma miracolosi. Anzi, la Bibbia ci dice che la notizia della gravidanza di Maria turbò a tal punto il suo giovane fidanzato, Giuseppe, che immediatamente egli decise di annullare la promessa di matrimonio. Poi però l’angelo del Signore apparve anche a lui e gli disse di rimanere insieme a Maria per allevare e proteggere il bambino speciale che lei portava in seno.

Ben ottocento anni prima della nascita di Gesù, il profeta Michea predisse il nome esatto del villaggio in cui sarebbe nato il Messia:

“Da te, Betlemme Efrata, pur piccola tra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà Colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini risalgono ai tempi antichi, ai giorni eterni”.[5]

Benché i suoi genitori terreni vivessero nella città di Nazaret, a circa 160 chilometri a Nord di Betlemme, un decreto giunto da Roma impose che tutte le famiglie tornassero nelle loro case ancestrali per essere registrate in un censimento esteso a tutto l’impero. Il decreto giunse proprio quando il bambino di Maria stava per nascere. Dio, quindi, usò un imperatore romano, Cesare Augusto, per portare a compimento la profezia di Michea. Giuseppe e Maria si recarono a Betlemme. Appena vi giunsero, Maria ebbe le prime doglie. Come ci rivelano i Vangeli, “Gesù nacque a Betlemme di Giudea”,[6] proprio come aveva predetto il profeta Michea.

Un’altra notevole profezia sulle circostanze della morte del Messia fu fatta da Davide, Re d’Israele, verso il 1000 a.C., oltre dieci secoli prima della nascita di Gesù. In questa profezia, Davide diede una descrizione dettagliata di una morte crudele e straziante che egli stesso non provò mai:

“Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa; il mio cuore è come cera, si scioglie in mezzo alle mie viscere. […] Un branco di cani mi circonda; mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi. […] Si dividono le mie vesti, sul mio vestito tirano la sorte”.[7]

L’adempimento di oltre trecento profezie dell’Antico Testamento, pronunciate molti secoli prima che venisse al mondo, con una descrizione così dettagliata di nascita, vita, opera, morte e risurrezione di Gesù, danno la prova di chi Lui sia veramente. Non c’è poi motivo di mettere in dubbio che dopo la sua morte avvenne qualcosa d’incredibile che trasformò il suo piccolo nucleo di seguaci demoralizzati in un gruppo di testimoni che nessuna persecuzione dell’Impero Romano fu in grado di fermare. Erano abbattuti e scoraggiati. Il loro Signore era stato crocefisso crudelmente dai suoi nemici. Le loro speranze sembravano morte e i loro sogni infranti.

Eppure, tre giorni dopo la morte di Gesù, la loro fede si riaccese in maniera così esplosiva che nessuna forza sulla terra fu più in grado di spegnerla! Nonostante persecuzione e martirio, quell’umile gruppetto dei suoi primi discepoli continuò a portare al mondo intero la Buona Novella che non solo Dio aveva mandato suo Figlio nel mondo per insegnarci la sua verità e mostrarci il suo amore, ma anche che Gesù aveva sofferto la morte per noi e poi era risorto. Il Nuovo Testamento ci dice che Gesù apparve personalmente a più di cinquecento testimoni oculari dopo la sua risurrezione.[8] Questo era il potente messaggio che i suoi primi discepoli proclamarono coraggiosamente in tutto il mondo: “Dio l’ha risuscitato dai morti!”[9]Brani tratti da “Chi è Gesù!, pubblicato da LFI

Un’opera di Dio

Per quelli che sono tentati di pensare che presentare argomentazioni e prove non sia una cosa spirituale perché solo Dio può cambiare un cuore ribelle, ho due osservazioni da fare. Primo, senza l’opera di Dio nient’altro funzionerà – non le argomentazioni, non l’amore, nemmeno il puro e semplice Vangelo.

Secondo, con l’aiuto dello Spirito Santo, Dio si compiace di usare molte cose. L’amore e la ragione gli vanno specialmente a genio perché sono entrambi coerenti con la sua natura. Il fatto è che con l’aiuto di Dio le argomentazioni funzionano sempre. Gesù ne fece uso, Pietro ne fece uso, Paolo ne fece uso – e tutte ebbero grande efficacia.

Comprendere il ruolo centrale che Dio ha in questo processo ci toglie un peso enorme. Possiamo concentrarci sul nostro lavoro – quello di essere chiari, cortesi e persuasivi – e lasciare i risultati a Dio. In un certo senso stiamo cercando persone che cercano noi – persone i cui cuori sono già stati toccati dallo Spirito. Possiamo stare attenti alle pecore che ascoltano la “voce” di Gesù e alzano il capo, senza disturbare quelle che non sono ancora pronte.

Invece di cercare di introdurre la croce in ogni incontro che fate, mirate semplicemente a mettere una pulce nell’orecchio di qualcuno. Provate a dare a quella persona qualcosa a cui pensare. Accontentatevi di piantare un seme che in seguito potrebbe fiorire sotto la cura sovrana di Dio. —Greg Koukl

Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 6 ottobre 2015.


[1] NR.

[2] LND.

[3] Isaia 7,14.

[4] Luca 1,26–35 CEI.

[5] Michea 5,2 CEI.

[6] Matteo 2,1 CEI.

[7] Salmi 21,15-19 CEI (22,14–18)

[8] 1 Corinzi 15,6.

[9] Atti 13,30.

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