Egli ha cura di voi

Ottobre 16, 2015

Compilazione

[He Cares]

Il libro degli Ebrei ci dice che Gesù “offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte”; ma naturalmente non la morte non gli fu risparmiata. È troppo dire che anche Gesù fece la stessa domanda che mi tormenta – e che qualche volta tormenta la maggior parte di noi: Dio si cura di noi? Quale altro significato può avere la sua citazione da quel salmo buio: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Anche qui, trovo uno strano conforto nel sapere che quando dovette affrontare il dolore Gesù ebbe una reazione simile alla mia. Nel giardino non pregò: “O Signore, sono così grato che tu mi abbia scelto per soffrire al posto tuo. Questo privilegio mi fa gioire!” No, provò il dolore, la paura, l’abbandono e perfino qualcosa che si avvicinava alla disperazione.

Ciononostante sopportò perché sapeva che al centro dell’universo viveva suo Padre, un Dio d’amore in cui poteva confidare nonostante l’apparenza che avevano le cose in quel momento. La reazione di Gesù davanti alle persone sofferenti e ai “nessuno” ci offre uno spiraglio sul cuore di Dio. Dio non è l’Assoluto incurante, ma l’Amorevole che si avvicina. Dio mi guarda in tutta la mia debolezza – io credo – come Gesù guardò la vedova accanto alla bara di suo figlio, e Simone il lebbroso, e l’altro Simone, Pietro, che aveva imprecato contro di Lui ma ricevette lo stesso l’incarico di fondare e guidare la sua chiesa, una comunità che trova sempre un posto per i reietti. —Philip Yancey

Un banchetto in mezzo alla lotta

La maggior parte di noi sa che la parola “vangelo” vuol dire “buona notizia”; comunque possiamo fraintendere il significato di “buono” perché l’associamo sempre a qualcosa di bello, piacevole e gradevole.

I figli del baby-boom, per esempio, potrebbero ricordare quando non c’erano medicine dal buon sapore. Non c’era una scelta tra banana, fragola o cioccolato; solo l’originale grezzo, con un sapore a metà strada tra il lucido da scarpe e la benzina. La medicina non aveva nulla a che fare con il bello e il piacevole, ma tutto a che fare con il fare star bene.

Dio funziona allo stesso modo. Quando ci offre un arcobaleno, che è un simbolo della sua promessa, questo si manifesta davanti a uno sfondo di nuvole e temporali. Il salmo 23, uno dei passi più noti e amati delle Scritture, dice che Dio “mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi guida lungo le acque calme, mi ristora l'anima”.[1] Per consolante che sia, non possiamo prenderlo come una definizione della vita cristiana. Nello stesso salmo, al versetto 5, Davide dice: “Tu m’imbandisci la tavola, sotto gli occhi dei miei nemici”. C’è un banchetto e c’è una lotta. Coesistono; il banchetto rappresenta l’aiuto divino nelle nostre lotte. Chris Thomas, figlio del maggiore Ian Thomas, fece un’affermazione molto profonda: “Le perdite materiali e i guadagni spirituali spesso ci vengono serviti sullo stesso piatto”.

Lo scopo ultimo che Dio ha per noi è di farci conoscere Lui e Gesù Cristo e di essere plasmati a immagine di Cristo. Questo non ci viene servito su un piatto d’argento. L’intenzione divina è edificarci e, senza la lotta, gran parte delle cose da imparare si perderebbero per strada. È in questi momenti di prove e tribolazioni, però, che si rivela la natura della nostra fiducia in Dio. Nel nostro amore per Lui e nella nostra dipendenza da Lui, spazzerà via il male per rivelare il bene. Il risultato sarà che saremo profondamente arricchiti dalla nostra esperienza personale con Dio.

Charles Spurgeon, un grande predicatore del XIX secolo, disse: “Ho sempre riguardato i momenti di prova con una certa nostalgia, non per rifarne esperienza, ma per sentire la forza di Dio che ho provato in quei momenti, per sentire la potenza della fede come l’ho sentita allora, per aggrapparmi al potente braccio di Dio come mi ci ero aggrappato allora, e per vedere Dio all’opera come in quei momenti”. —Charles Price

Riposare affidato alle sue cure

Se sai che Dio ti ama, che ha cura di te e che l’avrà qualsiasi cosa succeda, puoi stare tranquillo e riposare nel Signore, sapendo che si prenderà cura di tutto. Se però sei confuso e preoccupato, agitato e tormentato, vuol dire che non sei ancora a quel punto di riposo.

Il segreto di quella calma e di quella pace, di quel riposo, di pazienza, fede e amore, è riposare nel Signore — presentarsi tranquilli davanti a Lui, lodarlo e cercare il suo volto come prima cosa. La fiducia è un’immagine di pace e calma nella mente, nel cuore e nello spirito. La mente e il corpo forse dovranno continuare a lavorare, ma l’atteggiamento e lo spirito sono calmi. Gesù ha detto: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”.[2]

Aiutaci, Signore, a non sentirci così sotto pressione da rimandare i momenti che passiamo con Te. Aiutaci a metterti al primo posto ogni giorno, a goderci il tuo sole, a riposare fra le tue braccia, a bere profondamente la tua Parola e a inalare il tuo Spirito. —David Brandt Berg

*

C’è un posto di quiete e riposo,
vicino al cuore di Dio,
dove il peccato non può molestarci,
vicino al cuore di Dio.
O Gesù, benedetto Redentore,
mandato dal cuore di Dio,
mentre aspettiamo innanzi a Te,
mantienici vicino al cuore di Dio.
—C. E. McAfee, 1903

Avere accesso al cuore di Dio

Il primo e il più grande bisogno nella nostra vita di Cristiani è avere comunione con Dio. La vita divina dentro di noi viene da Lui e da Lui dipende interamente. Come ho bisogno ogni momento dell’aria fresca da respirare, come il sole emette ogni momento la sua luce, così è solo nel viere in diretta comunicazione con Dio che la mia anima può essere forte. La manna di un giorno marciva all’arrivo di quello successivo. Ogni giorno devo ricevere nuova grazia dal cielo e la ottengo solo aspettando direttamente Dio. Inizia ogni giorno indugiando al cospetto di Dio, lasciandoti toccare da Lui. Trova il tempo di incontrare Dio.

Per far questo, il primo atto della tua devozione deve essere il porti in silenzio davanti a Dio. In preghiera o in adorazione, tutto dipende dal fatto che Dio occupi il primo posto. Devo inchinarmi in silenzio davanti a Lui, con umile fede e in adorazione, così parlando dentro il mio cuore: “Dio è. Dio è vicino. Dio è amore e desidera comunicare con me. Dio Onnipotente, che opera tutte le cose in tutti, è in questo momento in attesa di operare in me e di farsi da me conoscere”. Prenditi il tempo necessario, finché saprai che Dio è molto vicino.

Quando avrai dato a Dio il posto d’onore, gloria e potenza che gli spetta, prendi il tuo posto con la massima umiltà e cerca di essere riempito dallo Spirito d’umiltà. […] Come un santo, lasciato avvolgere dall’amore di Dio. […] Entra profondamente alla santa presenza divina con la franchezza che ti è stata data dal sangue e nella piena sicurezza che in Cristo sei ben accetto. In Cristo sei oltre il velo. Hai accesso al cuore e all’amore del Padre. È questo il grande obiettivo della comunione con Dio: poter avere più Dio nella mia vita così che Dio possa vedere Cristo formato dentro di me. Rimani in silenzio davanti a Dio e lascia che ti benedica. — Andrew Murray

Pubblicato sull’Ancora in Inglese nell’agosto 2015.


[1] Salmi 23,2–3.

[2] Matteo 11,28.

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