Come in cielo così in terra: respingere le tenebre

Settembre 10, 2015

Dena Dyer

[On Earth As It Is in Heaven: Pushing Back the Darkness]

“Wow!”, ha detto la mia figlia maggiore. “È stato incredibile”.

“Lo so”, ho replicato. Le lacrime mi scorrevano sulle guance e ho fatto alcuni respiri profondi per riprendermi un po’.

Avevamo appena finito di vedere la scena finale del film del 2012, Les Miserablés, basato sul musical teatrale dallo stesso nome. Avevo visto la produzione dal vivo una mezza dozzina di volte, ma ogni volta il numero di chiusura mi faceva piangere.

Dopo la loro lotta per liberarsi dalla tirannia e dall’ingiustizia, i personaggi, sia morti sia vivi, estremamente imperfetti e profondamente fedeli, cantano insieme in un finale commovente che parla del cielo, “Riesci a sentire la gente che canta?”

Le loro voci si alzano insieme alle bandiere, mentre tutto il cast, ora riunito, chiede:

Riesci a sentire la gente che canta,
persa nella valle della notte?
È la musica di un popolo
che si arrampica verso la luce…
Vivranno di nuovo in libertà
nel giardino del Signore.
Cammineranno dietro all’aratro,
metteranno da parte la spada.
Le catene saranno spezzate
e tutti riceveranno la loro ricompensa.

Quella canzone tocca un posto dentro di me che desidera che il cielo e la terra s’incontrino. Il mio spirito geme per il desiderio di vedere Satana scacciato una volta per tutte.

Quando però dico: “Signore, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra”, che cosa vuol dire veramente? Come posso vivere con una mente rivolta al regno su questo suolo fragile, mentre continuo a pregare – e a darmi da fare – per avere frutti spirituali come la pace e l’amore?

Come figli della luce, tu ed io dobbiamo risplendere così tanto da respingere le tenebre, anche solo un po’. Quando lo facciamo, il cielo bacia la terra.

Tutti siamo chiamati

Facciamo parte di un sacerdozio regale e la nostra sfera d’influenza è la nostra congregazione. Con l’aiuto dello Spirito, tu ed io possiamo portare il regno di Dio sulla terra in migliaia di modi. Possiamo creare un capolavoro artistico redentore, svolgere compiti ingrati con uno spirito gioioso e reagire col perdono a insulti o sgarbi.

Nel suo libro Cose ordinarie: una fede sostenibile in un mondo radicale e irrequieto (Ordinary: Sustainable Faith in a Radical, Restless World), Michael Horton scrive:

In tantissimi modi di cui non siamo nemmeno consapevoli, il regno cresce e il nostro prossimo viene servito. Potrebbe trattarsi di un riferimento tranquillo durante la pausa caffè che settimane dopo spinge un collega a porsi delle domande sulla vita e sulla morte. … Hai preparato il pranzo per i bambini e li hai accompagnati a scuola in tempo. Hai impiegato bene le tue mani per offrire ai vicini qualcosa di cui avevano bisogno… adesso sei libera di fare le piccole cose importanti, senza preoccuparti di come tutto si risolverà alla fine.

Non dipende da noi

Ricordi ciò che Gesù disse a Pietro, il discepolo irruento che aveva l’abitudine di dire cose imbarazzanti? Annunciò: “Io edificherò la mia chiesa e le porte dell'inferno non la potranno vincere”.[1]

È un paradosso: siamo chiamati a lavorare per la restaurazione e il rinnovamento, a pregare per la trasformazione e a mettere in pratica la nostra fede. Alla fine, comunque, confidiamo che Dio farà il lavoro attraverso, per e in noi.

È importante ricordarcelo quando ci dedichiamo a liberare gli schiavi del giorno d’oggi, a nutrire gli affamati e a vestire i poveri. Il semplice numero delle persone che oggi vivono in schiavitù d’ogni tipo è schiacciante. L’“affaticamento da compassione” è un disturbo comune che colpisce chi serve le persone al margine della vita.

Anche se cerchiamo il regno di Dio e facciamo nostre le sue priorità, dobbiamo affidarci al fatto che è Dio che cambia le persone e le istituzioni. È il suo spirito che spinge al rinnovamento. È la sua grazia che porta la salvezza. Non dobbiamo aver paura di scombinare le cose.

Come scrisse Paolo alla chiesa di Roma: “Non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia”.[2]

Grazie al cielo!

Da http://www.thehighcalling.org/work/earth-it-heaven-pushing-back-darkness, © 2001 - 2011 H. E. Butt Foundation. Tutti i diritti riservati. Ristampato con il permesso di Laity Lodge and TheHighCalling.org. Articolo di Dena Dyer.

Pubblicato sull’Ancora in Inglese il 24 luglio 2015.


[1] Matteo 16,18.

[2] Romani 9,16.

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