Quello che l’amore di Gesù ha fatto

Dicembre 14, 2013

Compilazione

Or la speranza non delude, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora senza forza, Cristo, a suo tempo, è morto per gli empi. Difficilmente uno morirebbe per un giusto; ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; Dio invece mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. —Romani 5,5-81

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Tu m’hai anche dato lo scudo della tua salvezza, la tua destra mi ha sostenuto, la tua bontà mi ha reso grande. —Salmi 18,352

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È interessante pensare alla nuova era d’amore di cui Gesù ha spalancato le porte. Naturalmente c’era bontà nel mondo anche prima che venisse Lui. C’era l’amore materno. C’era l’amicizia, profonda, tenera e sincera. C’erano innamorati legati dai vincoli più sacri. C’erano cuori in cui anche tra i pagani, c’era una bontà quasi sufficientemente bella per il paradiso. C’erano luoghi santi dove l’affetto prestava assistenza con la tenerezza degli angeli.

Tuttavia, il mondo in generale era pieno di crudeltà. I ricchi oberavano i poveri. I forti opprimevano i deboli. Le donne erano schiave e gli uomini tiranni. Non c’erano mani amorevoli tese ad aiutare i malati, gli storpi, i ciechi, gli anziani, i deformi, i malati di mente, né a prendersi cura delle vedove, degli orfani e dei senzatetto.

Poi arrivò Gesù; e per tre anni e mezzo andò in giro tra gli uomini, facendo buone azioni. Aveva un cuore tenero e la dolcezza sgorgava dalla sua bocca. Le sue parole vibravano di tenerezza. […] Non c’era alcuna incertezza nel palpito d’amore delle parole che uscivano dalla bocca di Gesù; pulsavano di compassione e tenerezza.

La gente sapeva sempre che Gesù era un amico. La sua vita abbondava di grande disponibilità. Non c’erano torto e crudeltà che lo rendessero aspro. Diffondeva gentilezza dovunque si muovesse.

Un giorno inchiodarono quelle mani gentili a una croce. […] Fu una grave perdita per i miseri e gli infelici; ci deve essere stato un grande dolore in molte case. Ma anche se il ministero personale di Gesù terminò con la sua morte, l’influenza della sua vita continuò. Aveva dato al mondo un esempio nuovo dell’amore. Aveva insegnato lezioni di pazienza e mansuetudine, che nessun altro maestro aveva mai dato. Aveva impartito un nuovo significato all’affetto umano, aveva fatto dell’amore la legge del suo regno.

Come si può gettare un pugno di spezie nel mare salato e addolcire le sue acque, così gli insegnamenti di Gesù caddero nella vita scortese e indifferente del mondo, iniziando immediatamente a trasformarla in dolcezza. In qualunque luogo sia andato il Vangelo, lì sono stati portati gli insegnamenti del grande Maestro, che sono caduti nel cuore della gente, lasciando la loro benedizione di dolcezza [e amore]. —J. R. Miller3

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Deve essere stato meraviglioso passare tempo con Cristo, con qualcuno a cui piacevi, qualcuno che ti amava, che credeva in te e cercava un’intimità sconosciuta all’uomo materiale. Una persona si sarebbe sentita importante in sua presenza. Dopotutto, [i discepoli] che conoscevano Cristo personalmente realizzarono imprese sorprendenti, dimostrando una devozione incrollabile. Deve essere stato emozionante guardare negli occhi di Dio e sentire su di sé quello sguardo che comunicava che gli esseri umani, ogni singolo individuo, hanno un valore e una bellezza immensi e sono degni d’intimità tra di loro e con la Divinità. Quella consapevolezza alimentò nei discepoli una vita di gioia e benessere spirituale che nemmeno le folle, gli insulti, gli scherni, la prigione e le torture poterono annullare. Rimasero fedeli fino alla fine, fino alla morte.

La gente non si fa arrestare e torturare per qualcuno che non l’ama. Se qualcuno ci ama, faremo qualsiasi cosa in suo nome, per lui e a causa di lui. Ci darà la forza di essere quello che siamo. —Donald Miller4

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Nel Nuovo Testamento si parla della conversione di Saulo di Tarso. Per i cristiani lui era un terrorista, ovviamente. Dio lo inseguì benevolmente con il suo amore per farne uno dei suoi apostoli eletti. Quelli che prima erano gli amici di Paolo ora minacciavano la sua vita. I discepoli lo misero in un cesto e lo calarono dalle mura cittadine perché potesse sfuggire ai suoi tormentatori.

Per me, il tormento era interiore. Dio guidò i passi di qualcuno che mi sollevò in un cesto d’amore e persuasione e mi calò dalle mura che non potevo superare da solo. Così grande è la misericordia di Cristo che ci viene incontro lì dove siamo.

Chi legge la poesia inglese si ricorderà della vita burrascosa di Francis Thompson. Suo padre voleva che studiasse a Oxford, ma Francis smarrì la sua via in mezzo alle droghe e in molte occasioni mancò di superare gli esami. Chi lo conosceva sapeva che dentro di lui c’era un genio addormentato che avrebbe potuto manifestarsi, se soltanto la sua vita fosse stata riscattata.

Quando finalmente Francis Thompson si arrese a Cristo che lo inseguiva, scrisse la sua poesia immortale, “Il segugio del Cielo”, nella quale descriveva gli anni prima di quel momento di transizione:

Fuggii da Lui nelle notti e nei lunghi giorni;
fuggii da Lui sotto i portici arcuati degli anni;
fuggii da Lui nei labirinti intricati
della mia mente: e in mezzo alle lacrime
da Lui mi nascosi, e corsi in mezzo alle risate.
Mi arrampicai su per speranze viste da lontano;
giù per tetraggini titaniche di paure abissali,
lontano da quei piedi forti che incalzavano.
E pur conoscendo l’amore che mi braccava,
ero ancora e sempre preda del timore
che avendo Lui non avrei avuto altro al mondo.

Che giorno meraviglioso fu quello in cui smisi di correre e, grazie alla sua forza, mi lasciai avviluppare nell’abbraccio del suo amore. —Ravi Zacharias5

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Una sera, […] il mio cuore fu travolto improvvisamente da un intenso desiderio: mi sentii spinta a invocare ad alta voce una potenza invisibile perché mi aiutasse; il mio corpo martoriato era così debole che non riuscivo a parlare ad alta voce, così con un sussurro supplicai sinceramente: “Se è possibile, se da qualche parte esiste un Dio, rivelati a me; se ci sei, hai sentito quello che ha detto mio marito, hai sentito le sue preghiere, e puoi rivelarti a me”. Mi sentivo spinta da una potenza incontrollabile a ripetere continuamente la mia invocazione. […]

Tutto ciò era inconsueto, per il semplice motivo che ero sempre stata piuttosto presuntuosa; avevo sempre seguito una condotta molto morale nella vita e ne ero molto orgogliosa — ero molto soddisfatta di me. Quando rivolgevo lo sguardo alla mia vita passata e ricordavo il lavoro umanitario che avevo svolto, ne ero piuttosto soddisfatta: non avevo forse rischiato la vita in opere di salvataggio di un certo tipo? Perfino quelle volte in cui ero giunta alle porte della morte e una grande paura s’era impadronita del mio cuore, la mia mente aveva rievocato con molta soddisfazione quegli anni pieni di sacrifici per rendere un servizio al prossimo; ma ora mi sembravano “un panno lordato”. Era come se i miei occhi si fossero aperti improvvisamente e per la prima volta nella vita mi vedessi com’ero veramente; le mie opere passate sembravano niente. Il mio servizio non era stato tributato a Dio; il mio motivo non era che Lui venisse glorificato. Il peso del peccato e del mio vero io era aumentato al punto che sembrava più grande di quanto potessi sopportare e alla fine cominciai a piangere.

Vorrei potervi dire ciò che successe in quel momento nel mio cuore, ma è assolutamente impossibile. La rinascita è un’opera misteriosa, soprannaturale, che viene effettuata dal Signore stesso, e non posso spiegarvi come lo fece, ma Egli trasformò completamente il mio cuore! […] Non ero più sola, perché sentivo la sua presenza in quella stanza, reale come se qualche membro della mia famiglia fosse accanto al mio letto, e gli parlai con la stessa naturalezza con cui una bambina parla con uno dei suoi genitori. Gli raccontai tutto e seppi che Lui mi ascoltava e mi capiva, perché sul mio spirito turbato scese una pace dolce e ineffabile, che oltrepassava la comprensione, insieme a una fresca sensazione di riposo. Non avevo avuto alcuna visione, non avevo sentito alcuna voce, né avevo percepito alcuna altra cosa con i sensi naturali, ma avevo sentito nel mio cuore quella “voce come un dolce sussurro”. Avevo avuto un contatto personale con Dio, talmente reale da poter veramente dire: “So in chi ho creduto, e sono persuaso che Egli è capace di custodire il mio deposito”. Tutta la mia mancanza di fede si era dileguata: Dio era reale ed io ero una “nuova creatura in Cristo Gesù” — “Era penetrata la luce!” —Virginia Brandt Berg6


1 LND.

2 LND.

3 A Gentle Heart (New York: Thomas Y. Crowell & Company, 1896).

4 Searching for God Knows What (Nashville: Thomas Nelson, 2010).

5 Jesus Among Other Gods (W Publishing Group, 2000).

6 Il lembo della sua veste – Irrompe la luce, di Virginia Brandt Berg.


Titolo originale: What Christ’s Love Did.
Pubblicato sull'Ancora in Inglese il 24 ottobre 2013.
Letto in Inglese da Tina Miles. Musica di Daniel Sozzi.

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